Valère Ollivier

Nato il 21 settembre 1921 a Roeselare, ed ivi deceduto il 10 febbraio 1958. Passista veloce. Professionista dal 1943 al 1955 con 102 vittorie. Piccolo, muscolarmente compatto, naso all'insù e faccia da eterno bambino. Con questi tratti si rendeva distinguibilissimo e pareva urlare come fonte di esattezza quel nomignolo, "Pim", che lo ha sempre accompagnato. Il suo corpo era uno stereotipo del velocista in voga a quei tempi, soprattutto su pista e lui, effettivamente, veloce lo era dappertutto, anche nel sorriso e nella suo essere gaio anche fuori dalle corse. La bicicletta era tutto per Valere Ollivier: lo strumento per sconfiggere la povertà, per mostrare i suoi virtuosismi, per divertirsi. Insomma, uno rapido sui traguardi e, purtroppo, anche nel morire, a soli 37 anni. "Pim" però, ha lasciato un solco, che la comunità di Roeselare, la sua cittadina nelle Fiandre occidentali, ha raccolto, immortalandone la memoria attraverso l'intitolazione di una strada. Una traccia profonda che non si spiega solo con le 102 vittorie (a quei tempi davvero una razzia), ma con le condotte e quella popolarità che si sublimava costantemente col suo essere personaggio. Era pure generoso Valere: sapeva di essere un gran bel velocista e di non avere doti di fondo enormi, eppure tentava le fughe ed in esse tirava, pagandone sovente gli effetti nel momento in cui, soprattutto nelle grandi classiche, doveva sprintare. Già, perché se i successi sono stati 102, i piazzamenti davvero non si contano. Insomma, un gran bella figura, poco nordica e molto latina, sempre pronta allo scherzo e col colpo da ko, quando si trattava di cercare la vittoria con a monte energie sufficienti. Tecnicamente un velocista che sapeva divenire passista, ma che mal digeriva le salite lunghe o medie. I muri li affrontava bene, ma se erano troppo ravvicinati ne pagava le conseguenze. Ha fatto razzia di semiclassiche, mentre fra le corse monumento, aldilà del successo nella Gand Wevelgem '48, ha racconto solo una comunque significativa serie di piazzamenti. Anche su pista fu corridore di nota. Il suo successo più importante sui velodromi fu il Campionato Europeo dell'Americana in coppia con Albert Sercu, il padre del grande Patrick.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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