4 aprile 1909 - Milano-Sanremo

Per la prima volta il numero dei partenti supera le cento unità (per la precisione 104) con una ventina circa tra belgi e francesi. I successi stranieri delle due precedenti edizioni hanno giovato in popolarità a questa corsa. La partenza viene data un pò prima delle sei; fa molto freddo e il cielo è coperto. Le strade sono particolarmente fangose perché nei giorni precedenti è piovuto moltissimo. Anche per questa edizione il regolamento prevede la possibilità di cambiare mezzo meccanico a patto che lo stesso sia effettuato da personale a terra. Si verrà a sapere poi che molti atleti, tra cui il vincitore, hanno preparato diverse biciclette con diversi rapporti in funzione delle asperità del percorso. Dopo un primo periodo di relativa tranquillità si devono registrare attacchi di personaggi di primo piano che non possono essere lasciati andare. Ed è così che, sotto la spinta decisa di Pavesi e Rossignoli, il gruppo si assottiglia con facilità. Poco prima di Masone il plotoncino di testa è composto dai vari Van Houwaert, Ganna, Emile Georget, Galletti, Rossignoli, Gerbi, Borgarello, Chiodi, Duboc, Corlaita, Cuniolo, Passerieu e Paulmier. Mentre la corsa si avvicina al Turchino il clima tende a migliorare ma il freddo è palpabile. Ganna transita per primo in vetta con un discreto margine di vantaggio su gli altri via via sgranati, ma rovina tutto con una caduta in discesa. Viene sorpassato così dall'equilibrista Georget che firma a Voltri con circa un minuto di vantaggio su Cuniolo, Galetti e lo stesso Ganna. A 5 minuti transita Gerbi con altri sei o sette protagonisti. A 11 minuti è la volta di Van Houwaert, Azzini Ernesto e Pottier ormai praticamente fuori dai giochi. Georget dimostra di tenere molto bene sui primi saliscendi della Riviera, mentre Ganna si libera dei compagni. L'episodio topico di questa Sanremo si verifica sulla salitella del Miramare prima di Savona e la cronaca assume i contorni del giallo. Georget sbaglia strada (e c'è chi dice su falsa segnalazione di percorso da parte di un addetto alla segnaletica, e chi invece giura che è stato un errore "suo di lui"), compie una trentina di metri e poi si accorge della svista. Quando ritorna sulla strada giusta ecco arrivare in quel preciso momento un Ganna lanciato in rimonta che sorpassa alla grande il francese quasi fermo e lo stacca con una dose adeguata di pedalate violente. Il varesino trova dopo il rifornimento firma di Savona strade perfettamente asciutte e anche un pò di vento di tramontana, magari freddo ma che aiuta a mantenere alta la media. Da parte sua Georget, dopo lo sconforto accusato nel vedersi passare in tromba, non demorde e organizza una rincorsa ammirevole. Purtroppo per lui a Finale Ligure il distacco dal battistrada che spinge a pieni pedali, sale a quasi cinque minuti, tuttavia il duello a distanza raggiunge una intensità altissima. A Imperia, Ganna accusa un lieve cedimento e il francese si riporta sotto fino a circa due minuti. Ma a quel punto i giochi sono fatti, e tra l'entusiasmo alle stelle degli spettatori che aspettavano finalmente una vittoria italiana, l'ex muratore di Varese, dopo la piazza d'onore dell'anno precedente, arricchisce il suo palmarés con una delle vittorie più prestigiose. La media realizzata ha dell'incredibile perché supera i trenta chilometri all'ora.

tratto da:
C'era una volta la Milano-Sanremo, Carlo Delfino, Grafica D.G.S., Varazze, 1999