Alberto Vescovo

Nato ad Alessandria il 13 marzo 1940, deceduto a Valenza (AL) il 4 gennaio 2022. Passista veloce, alto 1,70 m. per 64 kg. Professionista dal settembre 1964 al 1966, senza ottenere vittorie.
Questo corridore può considerarsi stereotipo dei tempi in cui ha corso. Forte nelle categorie giovanili, dilettanti compresi e poi praticamente scomparso nel ciclismo professionistico. Aldilà della forza degli avversari, sicuramente maggiore nell'elite ciclistica, le differenze stavano soprattutto nelle distanze delle corse: mediamente sopra i 200 chilometri fra i prof, lautamente sotto quella barriera, fra i dilettanti. Ci si aggiunge qualche acciacco di troppo e si ha un quadro piuttosto sincero del perché questo brillante corridore dell'intorno dei 20 anni, sia praticamente scomparso dopo. Alberto Vescovo iniziò la pratica del ciclismo a 15 anni, nell'ANPI Sport e l'anno seguente, nel 1956, a fine permanenza fra gli esordienti poteva contare su una decina di successi compreso il titolo regionale piemontese su strada. Fra gli allievi il suo ruolino vincente si rafforzò non poco: le vittorie raddoppiarono, idem i secondi posti, ed assieme ai compagni dell'ANPI Sport, ovvero Giorgio Zancanaro (poi professionista), Vittorio Guglielmo e Silvio Rossi, vinse la famosa Coppa Adriana. Passato fra i dilettanti, il suo ruolino protagonista rimase assai alto, determinandosi ancor più forte passista veloce, capace di vincere fino al settembre del 1964, con l'esclusione di tutto il 1961 in quanto militare, oltre 25 corse e il Titolo Regionale su strada. Fra i corridori del prestigioso CVA Melchionni, suo ultimo sodalizio dilettantistico, Vescovo veniva dato come il corridore più garantito per il professionismo. Invece, quando la Legnano lo fece passare, nello scorcio di stagione '64, concluse solo la Coppa Sabatini al 56° posto e si ritirò, fra le altre, al Giro di Lombardia. Nel 1965 passò alla Maino, ma la musica non cambiò di quel tanto che ci si aspettava: nell'anno non fu schierato a nessuna corsa a tappe importante e nelle classiche nazionali, chiuse al 27° posto sempre la Coppa Sabatini, al 30° il Trofeo Matteotti, al 39° il GP Montelupo e al 44° il Giro di Toscana. A fine anno la Maino si sciolse e la Legnano concesse un'altra opportunità a Vescovo. Ma a fine primavera '66, il corridore alessandrino chiuse con l'agonismo.
Article posté par: Maurizio Ricci (Morris)