George Hincapie e la confessione sul doping

Il nome di George Hincapie è indissolubilmente legato a quello di Lance Armstrong; per questo non è facile oggi parlare di lui senza pensare a tutto quello che è successo negli ultimi mesi. In totale l'americano ha disputato sedici volte il Tour de France e per quindici anni consecutivi è riuscito a terminarlo: è inoltre l'unico compagno di squadra del texano ad aver preso parte a tutti e sette i Tour da lui vinti ed è riuscito a vincerlo anche come gregario di Alberto Contador nel 2007 e Cadel Evans nel 2011. Sono quindi in totale nove i Tour vinti da Hincapie come gregario: un grande record (cancellato però recentemente assieme alle vittorie dell'ex capitano).
Figlio di emigrati colombiani, la storia di George Hincapie inizia a Farmingdale, un villaggio nei sobborghi di New York il 29 giugno 1973. Iniziato al ciclismo dal talent scout italo-americano Fred Mengoni, passa professionista nel 1994, con la Motorola di Armstrong. Da quel momento, il corridore di New York seguirà il texano: alla US Postal Service nel 1997 e nella Discovery Channel nel 2005. Nel biennio 2008-2009, dopo il ritiro del sette volte vincitore del Tour de France, Hincapie militerà tra le fila dello squadrone High Road, mentre dal 2010 fino al termine della sua carriera diventerà fedele alfiere di Cadel Evans alla BMC.
Da sottolineare che nei suoi vent'anni di ciclismo professionistico George Hincapie è sempre rimasto in squadre americane di prima fascia.
Nonostante una carriera dedicata per la maggior parte al servizio dei suoi capitani, Hincapie ha ottenuto una trentina di vittorie da professionista. Pur essendo un corridore completo, l'americano ha sempre preferito le grandi classiche del nord, dove in effetti ha ottenuto diversi piazzamenti di prestigio. Il punto più alto della sua carriera è stato sicuramente la vittoria nella Gand-Wevelgem del 2001: il primo ed unico statunitense a riuscirci nella storia del ciclismo. In quell'occasione Hincapie riuscì a sfruttare il suo spunto veloce battendo in volata i suoi quattro compagni di fuga: dietro di lui arrivarono nomi importanti come Leon Van Bon e Steffen Wesemann.
Ogni corridore ha una corsa in cui si indentifica particolarmente e la corsa in cui, ogni anno, George Hincapie aveva occasione di essere leader era il campionato nazionale in linea statunitense: tre le edizioni vinte (1998, 2006 e 2009), tre i secondi posti e due i terzi posti.
La migliore stagione da professionista del corridore americano è stata il 2005, anno in cui è finalmente riuscito a vincere una tappa al Tour de France: era una delle frazioni decisive di quell'edizione della corsa francese, dove Armstrong e Basso riuscirono a staccare Jan Ullrich. Davanti c'era una fuga, con Oscar Pereiro, Pietro Caucchioli e Michael Boogerd. Hincapie, con un grande scatto, riuscì a staccare di una manciata di secondi uno scatenato Pereiro e quindi a vincere una delle tappe più belle di quell'edizione della Grande Boucle.
In quella magica annata lo statunitense ottenne anche uno splendido secondo posto nella Parigi - Roubaix dietro l'ex compagno Tom Boonen, vinse la Kuurne-Brussel-Kuurne, due tappe al Criterium del Delfinato e si aggiudico il GP Ouest France di Plouay.
La migliore posizione nella classifica di un grande giro la ottenne proprio nel 2005, con un sorprendente quindicesimo posto finale al Tour de France.
A conferma del suo grande feeling con il nord e della sua grande longevità, tanti i piazzamenti nei dieci ottenuti nella Parigi-Roubaix (sette) e al Giro delle Fiandre (sette con un terzo posto nel 2006).
La sua confessione di aver fatto uso di sostanze dopanti fino al 2005 ha scioccato il mondo del ciclismo e molti dei suoi fan si sono sentiti traditi, ma deve essere stato doloroso tenere dentro questo peso tutti questi anni per il corridore americano, che anche negli anni in cui non si è dopato ha comunque condotto i suoi capitani al successo e ottenuto risultati importanti.
Ci ha provato tante volte, ma Hincapie non è mai riuscito a vincere una classica monumento: sognava di vincere la Parigi-Roubaix e il Giro delle Fiandre, ma gli è sempre mancato quel qualcosa in più. Quel qualcosa in più che invece ha sempre avuto nell'aiutare i suoi capitani.
Non sappiamo come questo corridore sarà ricordato, se come colui da cui è partito uno dei più grandi scandali di doping nel ciclismo moderno o come uno dei più grandi gregari di sempre, a noi piace ricordarlo per la sua grande grinta e costanza e per le sue immense doti di fondo; questi pregi non apparterranno mai al doping, ma ai talenti naturali e lui lo è sempre stato.
Tra i dolori, inoltre, sicuramente anche la cancellazione dal suo palmares di quello che è stato probabilmente il suo periodo migliore dal punto di vista personale, durante il quale ottenne alcuni dei suoi più importanti risultati. Dopo la sua confessione nel Caso Armstrong, infatti, oltre ad una squalifica di sei mesi che non sconterà mai visto che ha deciso per il ritiro, anche la perdita dei risultati dal 31 maggio del 2004 al 31 giugno 2006.