Vittorio Carlevaro (tratto dal libro Ovadesi in bicicletta)

Originario di Pratalborato, venne in Ovada con la sua famiglia all'inizio del 1900, Carlevaro fu un campione che bruciò tutte le tappe del tirocinio agonistico come pochi seppero fare.
Dotato di uno spirito irrequieto ed avventuroso, si dedicò attivamente alle gare strapaesane collezionando vittorie e brillanti prestazioni. Il suo primo risultato importante l'ottenne nel 1902 con il terzo posto al campionato regionale piemontese vinto da Gerbi.
Sempre nello stesso anno fu secondo nella Coppa del Re dopo aver contrastato duramente la vittoria a Gerbi.
Il 6 luglio 1902 si disputò a Serravalle una corsa in linea di 62 Km. Vinse il Carlevaro,secondo Francesco Pegazza di Tortona, terzo Giacomo Ottonello di Ovada, quarto Leone Roncagliolo, quinto Stefano Sobrero e sesto Giovanni Gerbi.
Ottenne brillanti affermazioni come velocista al Velodromo Genovese dove si cimentò anche nel mezzofondo. La specialità del mezzofondo si disputò in Italia dal 1895 al 1911, anno in cui venne abolita causa la sua pericolosità. Il mezzofondo si correva con allenatore meccanico sulla distanza dei 100 chilometri. Il Carlevaro dotato di carattere ardimentoso e spericolato scelse definitivamente la specialità del mezzofondo, grazie anche all'amicizia che lo legava a Giulio Picollo suo allenatore meccanico e campione motociclista di velocità. Nacque così una coppia affiatata che avrebbe riscosso grandi successi in tanti velodromi italiani ed esteri. Con i colori della Società genovese "Andrea Doria" Carlevaro vinse, nel 1903 i Campionati italiani dilettanti. Nello stesso anno sempre con Picollo, stabilì il primato nazionale dell'ora con chilometri 51,750. Ancora del 1903 ricordiamo l'avvenimento più importante della sua carriera. Si disputavano a Copenaghen in Danimarca i Campionati Mondiali della specialità. La nostra coppia si presentò all'appuntamento con tutti i presupposti e i pronostici per aggiudicarsi la vittoria. La concorrenza era agguerritissima ma fin dai primi giri la coppia tricolore si dimostrò irresistibile. Carlevaro accumulò un distacco considerevole che lo dava ormai sicuro conquistatore del titolo. Nell'ultima parte della gara, un banale guasto meccanico costrinse il Picollo al ritiro. Carlevaro non si perse d'animo e continuò da solo la prova con la forza della disperazione. L'impari lotta si concluse, com'era prevedibile, con la sconfitta di Carlevaro per pochi metri dal vincitore lo svizzero Audimars. Per dare un'idea di quanto fosse il vantaggio di Carlevaro sugli altri concorrenti basti pensare che Herzog, il terzo arrivato, finì la gara distanziato di ben cinque giri! Lo sfortunato epilogo di questa gara gettò lo sconforto nell'animo di Carlevaro che manifestò propositi di abbandonare l'attività agonistica. Il tempo fu il miglior consigliere e Carlevaro, passato il momento di sconforto, riprese l'attività nel 1904, l'anno del suo definitivo abbandono dalle corse.
Ottenne un'ottima prestazione in coppia con Dall'Orso e la vittoria nel campionato di mezzofondo professionisti a squadre con Giuppone e Taylor. E' l'ultima vittoria, poi abbandonerà l'attività sportiva e il nostro paese. Sempre in cerca di nuove emozioni, sbarcherà in America dove si esibirà in pericolose attività acrobatiche e motoristiche.
Vittorio Carlevaro verrà ricordato anche un pioniere dello sport aviatorio. Nel 1905 arriva ad Ovada la notizia della sua scomparsa: la morte lo ha colto in così giovane età, alla guida del suo aereo.
Un tragico destino ha accomunato i due ardimentosi capriatesi. Il 24 settembre 1910, a San Paolo del Brasile, Giulio Picollo cade con il suo aereo durante un'esibizione.

Tratto dal libro "Ovadesi in bicicletta" di Walter Secondino