Storia di Carlo Oriani

Nato a Cinisello Balsamo nel novembre del 1888 in bicicletta andava davvero forte fin da giovane. In paese lo conoscevano tutti con il suo soprannome, el Pucia, un nomignolo che sapeva di fame antica e di appetito robusto. Così Carlo inizia a partecipare alle corse, quelle vere, dimostrando subito il proprio valore: nel 1909 corre come indipendente il primo Giro d'Italia classificandosi quinto assoluto e 1° nella propria categoria; nel 1912 vince in volata il Giro di Lombardia e l'anno seguente su cicli Maino si aggiudica il Giro d'Italia, conquistando la testa della classifica al termine della dura tappa appenninica di Ascoli Piceno e concludendo la corsa trionfalmente al parco Trotter di Milano, davanti a centomila spettatori entusiasti.
I Balsamesi andavano fieri del loro campione al punto da sfiorare il fanatismo. I suoi più accesi tifosi prima di una gara solevano dire: "Che crépa la vacca ma che 'riva el Pucia". (Che muoia pure la mucca, ma che el Pucia arrivi primo). E la mucca, allora, era una delle maggiori fonti di reddito per un contadino.
Tra i suoi pochi successi anche il Premio dell'Industria 1913. Purtroppo la Grande Guerra interrompe bruscamente la sua carriera. Ex muratore che alternava la vita in cantiere a quella di ciclista, Carlo viene arruolato nei bersaglieri ciclisti e nel 1917 muore di polmonite all'ospedale di Caserta dopo aver attraversato a nuoto il Piave nella tragica disfatta di Caporetto.