Storia di Guido Bontempi

Guido Bontempi nasce a Gussago, il 12 gennaio 1960. Appare subito come un predestinato nelle categorie giovanili, dove consegue numerose vittorie sia su strada che su pista grazie alla sua grande esplosività che ne fa un velocista assai temibile. Passa professionista nel 1981 ed inizia subito a farsi valere nelle volate di gruppo vincendo due tappe alla Vuelta e una al Giro d'Italia, dove riusce ad indossare per un giorno anche la maglia rosa; non tralascia l'attività su pista e dopo essersi laureato campione italiano nel keirin partecipa ai mondiali e si classifica 2° (medaglia d'argento) nella stessa specialità mentre nella velocità il suo cammino si interrompe in semifinale dove cade malamente mentre sta sfidando il dominatore incontrastato della specialità, ovvero il giapponese Koichi Nakano. Su pista partecipa ai mondiali anche nel 1983 classificandosi 2° nella corsa a punti, specialità in cui è campione italiano nello stesso anno. Su strada intanto continua a vincere tappe nei grandi giri e sulle strade del Giro d'Italia è autore di grandi duelli soprattutto con lo svizzero Urs Freuler e con Paolo Rosola (tra l'altro originario come lui di Gussago). Bontempi sa farsi valere anche sulle strade del Tour de France, tant'è che 1986 conquista gli unici tre successi di tappa italiani della competizione. Grazie alle sue doti è in grado di reggere anche su salite brevi, ma dure, e ciò gli permette di vincere alcune importanti classiche sia internazionali, come la Gand-Wevelgem (conquistata nel 1984 e nel 1986) e la Parigi-Bruxelles vinta nel 1986, che nazionali (si aggiudica per tre volte il Giro del Friuli e per due volte la Tre Valli Varesine e la Coppa Bernocchi) mentre alla Milano-Sanremo sfiora il successo in due occasioni (2° nel 1983 e 3° nel 1987). Una delle sue caratteristiche principali è senza dubbio la tenacia; difatti nei primi anni novanta, quando ormai non ha più il micidiale spunto in volata dei primi anni, diventa un eccellente passista capace di cercare la vittoria con la fuga da lontano; ciò gli permette di vincere qualche altra tappa sia al Giro che al Tour. Chiude la sua lunga carriera professionistica nel 1995 con il bottino di 80 vittorie su strada. Non abbandona però l'ambiente ciclistico, diventando subito direttore sportivo.