1 maggio 2007 - Trofeo Papà Cervi

La corsa, organizzata dalla Ciclistica Gattatico, misura 152 km, con partenza da Corte Tegge di Cavriago e svolgimento soprattutto sul circuito di Praticello, 7,5 chilometri da ripetere quindici volte. Ventuno uomini se ne vanno dopo una manciata di chilometri; i fuggitivi sono Malori, Zanella, Fumagalli, Cantone (Team Parolin), Secci, Magini (Gs Parmense), Dodi, Altissimo, Boschi (Podenzano), Nicola Rocchi (Cicli Cinzia), Campa, Capponcelli (Mantovani), Ghiselli (Massi Team), Saronni, Cazzago (Unidelta-Bottoli), Carriero (Virtus Villa), Radaelli (Schivardi), Orizio, Tomaselli (Promosport), Masiero e Cecchin (Zalf). Tra questi due reggiani, che corrono praticamente in casa, Magini e Cantoni, e due parmensi, che la casa ce l'hanno a due colpi di pedale da qui, Malori e Dodi. I battistrada riescono a racimolare un vantaggio massimo di 2'36", ma quando l'Unidelta-Bottoli si mette a tirare, piano piano il gap diminuisce.
I ragazzi dell'Unidelta, diretti in ammiraglia da Mariano Piccoli, sono costretti a raschiare il fondo del barile per riprendere la fuga dei 21 nella quale hanno pure un paio dei loro, Saronni e Cazzago, ma dei quali non si fidano. Costanzi è reso ben riconoscibile dai segni della caduta rimediata alcuni giorni fa, e con gamba e braccio destro fasciati, naviga nelle prime posizioni del gruppo, immediatamente dietro ai suoi compagni, messi alla frusta per recuperare.
Davanti il primo a cedere è Alessandro Cantone, poi a quattro giri dal termine saltano le logiche dei fuggitivi. Masiero allunga in prossimità del passaggio sul traguardo, Dodi è l'unico che lo segue, ma i due vengono ripresi dal resto della compagnia pochi chilometri dopo. Ma è a tre giri dalla fine, quando mancano poco più di una ventina di chilometri, che la strada comincia ad esigere sincerità. Scatti e controscatti, risultato: davanti restano in otto, anzi nove, perché Valentino Carriero (Virtus Villa) si spende in una passerella solitaria al comando per un pugno di chilometri prima di essere raggiunto da quel che resta dei battistrada: Zanella, Orizio, Cazzago, Rocchi, Cecchin, Campa, Magini, è un indomabile Luca Dodi. Il corridore della Podenzano è il grande protagonista del finale, perché quando capisce che, con appena 25" sul gruppo a due giri dalla fine, sta a lui fare un ulteriore selezione, ruggisce portando con sé solo Zanella e Cecchin nel corso dell'ultimo giro.
E' una lotta di Dodi contro il gruppo, di Dodi contro tutti e tutti contro Dodi, perché Zanella e Cecchin stanno alla sua ruota e lo lasciano sfogare. Il parmense è una furia, rilancia l'andatura, la rilancia ancora e ancora. Quando sui lunghi rettilinei finali vede il gruppo sempre più vicino, cerca l'ultimo disperato scatto d'orgoglio. Sbuffa, contrae i muscoli del volto e digrigna in denti, ma il gruppo uccide le sue speranze a seicento metri del traguardo. Lui e i fuggitivi rimasti al suo fianco, o meglio alla sua ruota, escono dalla corsa. Ora la Parolin si mette davanti, l'Unidelta scopre di aver esagerato a voler (o dover) fare tutto da sola. I grigi di Rossato (sesta vittoria stagionale per loro) tirano a Riccio una volata perfetta, lui parte tra i 150 e i 100 metri, proprio dove la strada inizia a salire. Merlo (Vc Mantovani) neppure lo sfiora, Tortella e Costanzi a centrostrada non possono farci proprio nulla, mentre sulla sinistra rimonta il buon Ramon Baldoni (terzo sul traguardo), poi tutti gli altri.