Storia di Carlo Galetti

E' il corridore italiano più vincente del periodo eroico ma stranamente non era molto amato dal pubblico e dalla stampa: piccolo di statura e certamente non bello a vedersi, la sua condotta di gara veniva spesso giudicata utilitaristica. Molto astuto, scaltro, gran pedalatore, regolarissimo, vivace ed anche discretamente veloce allo sprint, non ha compiuto imprese con grandi fughe solitarie ma indubbiamente le sue molteplici vittorie, soprattutto in gare a tappe, non devono essere sminuite. Fondista eccezionale, ha saputo sfruttare al meglio le sue caratteristiche e se avesse confidato maggiormente nelle sue qualità all'inizio della carriera, avrebbe probabilmente potuto vincere ancora di più.
Dopo un discreto inizio, esplose nel 1906 aggiudicandosi le tre competizioni più lunghe dell'annata: Corsa Nazionale, Milano-Roma e Roma-Napoli-Roma. Si consacrò definitivamente tra i grandi del ciclismo italiano con le due vittorie consecutive nel Giro d'Italia (1910 e 1911) seguite dalla vittoria con l'Atala (1912) dopo essere stato secondo nell'edizione inaugurale del 1909 alle spalle di Ganna.
Non altrettanto felici furono le sue partecipazioni al Tour de France: si ritirò, infatti, nelle tre edizioni che lo videro al via (1907-8-9).
Dopo il forzato stop imposto dalla Prima Guerra Mondiale, durante la quale fece il postino-ciclista, tornò alla ribalta ed a 35 anni si impose nella Milano-Roma a tappe e nel Campionato Italiano di Mezzofondo.
Inoltre, dimostrando passione e coraggio, dopo una lunga inattività, all'età di 47 anni giunse 51° nella Milano-Sanremo del 1930 e 69° in quella del 1931.
Campione quindi longevo, serio e tenace, un pò sottovalutato dai suoi contemporanei, non rimase nel mondo ciclistico al contrario di altri suoi colleghi: preferì dedicarsi ad ingrandire e migliorare la sua tipografia che divenne una delle più attrezzate di tutta Milano, città nella quale, malato di cuore, morì all'età di 67 anni.
Article posté par: Paolo Mannini (Firenze)