Giancarlo Astrua e la Vuelta di Conterno

Un inseparabile amico e conterraneo di Giancarlo Astrua fu Angelo Conterno, che vinse la Vuelta nel 1956 diventando leader nella seconda tappa. Nella tappa Saragozza-Baiona scoppia il finimondo. Al pronti e via gli spagnoli attaccano come pazzi. Astrua si lancia al loro inseguimento e, ad un certo punto, si trova in testa con altri tre: Jimenez-Quiles, Marigil e Galdeano. Il vantaggio aumenta sino a venti minuti. Cerca di discutere il dafarsi, ma gli avversari non accettano alcuna ragione, facendo corsa passiva. Va in testa e si libera di due spagnoli, rimanendo solo con Galdeano alla sua ruota. Superata Pamplona, decide di mettersi sul ciglio della strada per staccare di forza l'impassibile iberico. Lo lascia allo scoperto e dopo un pò si accorge che non ha più niente da spendere. Lo avvertono che manca ancora 150 chilometri al traguardo, ma non importa e parte arrivando al traguardo con quasi 18' minuti sul gruppo, talmente provato cha non trovava le forza per il giro d'onore. La Vuelta è oramai in pugno agli italiani. All'ultima tappa altro colpo di scena che rischia di mandare tutto all'aria: Conterno ha quaranta di febbre si parla di polmonite. Astrua si arrabatta per stringere patti di non aggressione con spagnoli, svizzeri e francesi. L'ultima tappa dovrebbe essere un semplice trasferimento, invece qualcuno rompe i patti. Conterno è sfinito, a trenta all'ora perde le ruote; il finale è nervoso e tormentato. Bahamontes e Lorono lanciano il loro attacco, Astrua e gli altri italiani sono costretti a spingere Conterno sino in cima alle diverse salitelle, mentre dai bordi della strada, gli spagnoli, ci lanciano ingiurie, fischi e sputi.
Il pensiero di Astrua si rivolge in quel momento alla Madonna di Oropa del Santurario di Biella; prega la sua protettrice affinché risparmi Conterno da probabili forature. La prieghera venne esaudita; forarono tutti gli italiani, tranne Conterno che finalmente trionfò nella Vuelta, mentre Astrua chiuse al 12° con un ritardo di 28'36".