Le imprese leggendarie di Fabiana Luperini - 1997, l'anno della leggenda

L'alba del 1997, salì in Fabiana su un orizzonte dai colori ancor giallo-rosa. L'obiettivo di essere la prima a vincere per tre volte consecutivamente le più importanti manifestazioni a tappe, la pose nelle condizioni di non pensare ad altro traguardo. La sua stagione partì in sordina anche per i postumi di una caduta nella preparazione invernale. In più i percorsi delle gare italiane di primavera, erano tutti votati al "piattismo" attorno ad un campanile, purtroppo in degna sincronia con un ciclismo femminile passato che non vorremmo più vedere. Anche la Freccia Lady, storicamente l'unica classica nazionale a presentare un percorso denso di difficoltà, s'aprì ai contenuti, se così li vogliam chiamare, di quegli insipidi osservatori che concepivano le gare ciclistiche per donne, su tracciati facili e dal chilometraggio corto. Lo stesso Giro Internazionale a tappe del Trentino, fu assai più facile dei precedenti. Ciononostante, fu qui che Fabiana ruppe il ghiaccio, proprio nell'ultima tappa. Vinse per distacco dopo un testa a testa con la campionessa mondiale, Barbara Hebb. Alla fine del "Trentino" la Luperini fu seconda, alle spalle della compagna di squadra Pia Sundstedt. Ritornò al successo una settimana dopo a Benevento, ancora per distacco. Al via del Giro d'Italia, la piccola toscana diede subito segni di grande determinazione e di un ottimo stato di forma. Attaccò in tutte le collinette delle prime quattro tappe, riducendo la resistenza delle avversarie. La quinta frazione si concludeva a Forlì, la città della sua squadra, la "Sanson Mimosa", ed era una tappa dura, con tre colli come il "Trebbio", "Monte Colombo" e "Rocca delle Camminate", asperità che tanta parte hanno avuto nella storia del pedale di Romagna.
Fabiana, la sera prima, in albergo a Castrocaro Terme, aveva promesso a tutti l'impresa, ed il giorno dopo la compì alla sua maniera. Uno scatto sui primi versanti di Monte Trebbio, creò subito una vittima nella maglia rosa Diana Ziliute. Poco dopo, Fabiana scattò ancora e stavolta fu solo l'iridata Hebb a resisterle, ma al terzo, anche per la svizzera fu notte fonda. In cima al Trebbio, proprio di fronte al "monumento al ciclista", la Luperini stava già dando il segno della sua superiorità con distacchi tangibili. Nemmeno Monte Colombo a Rocca delle Camminate scalfirono il suo sigillo di classe. Fabiana giunse a Forlì per indossare la maglia rosa, tra un mare di folla che l'applaudiva, la voleva vedere e la voleva toccare. S'era solo alla quinta tappa, ma non c'era più nessuno, ormai, che credeva all'incertezza sull'esito finale del Giro. Incertezza che venne gettata nello spazio, sotto la spinta della Feltre-Agordo, il tappone dolomitico dove, per la prima volta un Giro d'Italia femminile, toccava due mitiche cime sui duemila metri: il Passo Rolle ed il Valles. Un cartello sui pendii di quest'ultimo recitava: "L'airone si è levato-Vola Fabiana" e lei per non tradire la convinzione di quei tifosi s'alzò davvero. Già sola a metà Rolle, incrementò il vantaggio sul Valles per giungere ancora una volta sola e dominatrice, sulla graziosa Agordo. Il giorno dopo, la replica sul Monte Zoncolan, senza strafare, anche perché il Giro glielo poteva togliere solo un fatto che non aveva nulla a che vedere col ciclismo. A Trieste, sullo sfondo suggestivo di Piazza Unità d'Italia, l'apoteosi per la terza maglia rosa consecutiva.
Fra Fabiana e la storia, rimaneva solo il Tour, ovvero la corsa che ogni corridore uomo o donna che sia, vorrebbe vincere. Prima di partire per la Francia però, la Luperini trovò il tempo per aggiudicarsi il Trofeo Cerrini a Borgo a Mozzano, ovviamente per distacco. Al Tour, tutti pensavano che la russa Zabirova, assente al Giro per prepararsi appositamente per il grande appuntamento francese, potesse rendere la vita difficile a Fabiana. Un pensiero suffragato dalla presenza di due lunghissime cronometro, specialità dove la russa era campionessa olimpica e da un percorso trabocchetto, dove le lunghe salite del passato, o non c'erano, o erano scalate a metà o nei versanti più facili. Questi timori pareva non averli Fabiana, che, a differenza del passato, ed in considerazione della posta in gioco, appariva molto tranquilla. Nella seconda tappa, il non trascendentale Col de la Schlucht, mise alle corde la Zabirova. Il giorno dopo, la lunga cronometro di Montbard, costruì la grossa sorpresa. Doveva essere la tappa della superspecialista russa ed invece fu la tappa ... di Fabiana Luperini che giunse terza, a meno di un minuto dalla grande avversaria. Un risultato che portò alle stelle la determinazione della piccola toscana e ricacciò all'indietro le velleità della Zabirova. Ed infatti, sul Sestriere, salita tutt'altro che difficile, Fabiana Luperini affondò anche le residue speranze della russa e fece capire a tutte le altre, Hebb in testa, che la regina del Tour era sempre lei. Vinse sul colle di Coppi, con l'ultimo acuto a due chilometri dalla vetta. Il giorno dopo, con un analogo arrivo solitario, si ripeté per il terzo anno consecutivo, sul traguardo di Voujany, un colle che oramai i francesi chiamavano "Luperinì". Anche i Pirenei, stavolta attraverso il Col d'Aspin, salutarono il passaggio della regina. Sul traguardo posto a St Marie de Campan, alla fine della discesa di quel colle pirenaico, Fabiana, che aveva ancora una volta staccato tutte in salita, viene riassorbita dalla spericolata russa Valentina Polkhanova, ma la batté in volata. Poi arrivò quarta nella seconda crono, rendendo 1'05" alla vincitrice ed ex avversaria principale Zoulfia Zabirova. Il traguardo finale di Valberbg sancì la terza apoteosi consecutiva al Tour de France per la leggendaria Fabiana Luperini. Una leggenda certo, perché stavolta, anche per i più incalliti scettici, vi furono i numeri di un record, che sarà difficile da battere per chiunque.
Article posté par: Maurizio Ricci (Morris)