Le imprese leggendarie di Fabiana Luperini - Monterotondo (25 giugno 1996)

La prima tappa, potremmo definire interamente romana e per gran parte corsa sotto la pioggia, avrebbe portato le girine, dopo 112,5 chilometri, dal Vaticano a Monterotondo, con l'arrivo in leggera salita. Un traguardo adatto alle passiste veloci, magari dotate di uno sprint non molto lungo da azionare negli ultimi centocinquanta metri. Partire troppo da lontano avrebbe aumentato i rischi di trovarsi in debito d'ossigeno e di gambe proprio nelle vicinanze del punto decisivo. Ad un chilometro dalla fettuccia, si presentò un gruppo forte di 65 concorrenti per quella "volatona" ampiamente prevista dalla quasi totalità degli osservatori. Fabiana Luperini, che per tutta la gara con la sua fiammante maglia tricolore addosso, aveva sprintato su ogni pendenza, si pose agli ottocento metri in testa col chiaro obiettivo di tirare la volata ad Alessandra Cappellotto. Sempre sui pedali, come nella sua tradizione, aumentò metro su metro l'andatura come si conviene a chi deve lanciare una volata. Ai duecento metri finali, l'unico momento in cui si pose un attimo sulla sella per voltarsi e verificare. In una frazione di secondo, si rialzò sugli amici pedali e ripartì nella sua danza fino a quando, a tre metri dalla fettuccia, si rimise sulla sella per alzare le braccia al cielo in segno di vittoria. Il Giro aveva conosciuto grazie a quel fenomeno un'altra pagina sconosciuta. Ancor oggi mi chiedo come sia stato possibile svolgere un gesto così platealmente superiore alle avversarie, alla logica, e alle leggi che si credevano consacrate. Mai si era visto un atleta mettersi in testa agli ottocento metri per lanciare uno sprint, ed invece condurre un miracoloso assolo. Ed in quel giorno, in cui Fabiana dimostrò un valore alla Merckx, dando una peculiare dimostrazione di forza superiore, ella interruppe il suo immacolato rapporto con le vittorie per distacco, fermando alla bella quota di trentuno, i suoi successi solitari consecutivi. Seconda finì Alessandra Cappellotto, colei per la quale, inizialmente, la fenomenale cascinese aveva azionato quel crescendo agli ottocento metri finali. Guardando e riguardando ancora oggi le immagini di quell'imperioso crescendo, mi vengono i brividi, come credo vengano a tutti quelli che si pongono e si ripongono di fronte a quella visione....
Article posté par: Maurizio Ricci (Morris)