Venne chiamato il piccolo Van Steenbergen per la minuscola taglia fisica e per lo spunto che non perdona. Impressionante la serie delle sue vittorie nelle categorie giovanili: 159 da debuttante e dilettante delle quali ben 44 nella sola stagione '64 che lo vide secondo nel campionato mondiale a Sallanches, dove sprintò pensando di aver vinto senza sapere che davanti a lui era già trionfalmente arrivato Eddy Merckx. Tra i professionisti, pur non mancando di centrare i bersagli a ripetizione, non è mai riuscito a imporsi nelle classiche: il miglior piazzamento è stato il secondo posto alle spalle di Gimondi nella Parigi-Bruxelles del '66. Si è fatto apprezzare vincendo tappe in volata: da ricordare le tre nel Giro d'Italia del '67 sconfiggendo due volte Zandegù e una Basso. Nel Tour ha colto un bel successo nella classifica a punti nel '66 (due le tappe vinte). Nel suo palmares (un centinaio di vittorie) figurano varie semi-classiche del Belgio, ma anche un lunghissimo elenco di kermesse. Singolare il suo comportamento negli ultimi anni di carriera: non faceva parte di nessuna squadra, riusciva ugualmente a trovare sponsor personali per i quali, sino a quarant'anni, ha continuato a correre cercando la piccola gloria di vittorie non importanti e qualche ingaggio che tenesse conto del suo nome e del suo passato oltre che del cognome portato: Walter e Eddy, infatti, sono i suoi fratelli.