Storia di Jean Robic

Personaggio di spicco più che grande campione, ma anche atleta di spicco a dispetto della minuscola taglia fisica e del comportamento irrazionale che lo portava a compiere autentiche imprese e poi a deludere profondamente il giorno successivo. Popolare come "testa di vetro" perché costretto a correre quasi sempre col casco di cuoio per proteggersi dopo la frattura del cranio nella Parigi-Roubaix del '44. Si rivelò nel '46 nella Monaco-Parigi (3° dopo Apo Lazarides e Vietto); accusò poi la nazionale francese di avergli fatto perdere il Piccolo Tour de France che vide il trionfo degli italiani Bresci e Bertocchi ai primi due posti; cercò di rifarsi nel '47 nel primo Tour del dopoguerra. Dopo aver vinto tre tappe si trovò 3° in classifica dietro Brambilla e Ronconi e alla partenza dell'ultima tappa da Caen a Parigi tutt'altro che rassegnato. Approfittando di un attacco di avversari non pericolosi per la maglia gialla e di un momento di crisi dei due italiani sulla salita di Bonsecours, a 140 chilometri dalla Ville Lumière, attaccò con violenza e, pare, anche con il conforto di qualche aiuto non propriamente lecito, riuscì a convincere Fachleitner a non dargli battaglia, per cui proprio sull'ultimo traguardo conquistò la maglia gialla che gli dette un'enorme popolarità. Disputò altri nove Tour (vincendo altre tre tappe) riuscendo a farsi notare particolarmente in quelli vinti da Coppi: 4° nel '49 e 5° nel '52. Fu pure 4° nel Giro della Svizzera '48 (dove vinse due tappe). In Italia colse una bella affermazione nella Roma-Napoli-Roma dietro moto nel '50. Si dedicò con soddisfazione al ciclocross vincendo nel '47 il Criterium internazionale e nel '50 il primo campionato del mondo che sostituì, appunto, il criterium. Arrogante e di carattere non facile "Biquet" non cambiò molto neppure a fine carriera: non ebbe successo come ristoratore, poi come addetto ad un'agenzia di traslochi e negli ultimi anni come "macchietta" per pubblicizzare un'aspirapolvere. Cercava di mantenersi in vista partecipando a gare di ex e fu proprio al rientro a Parigi da una prova disputata a Germigny-l'Eveque che restò vittima di un mortale incidente della strada.
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