Storia di Ole Ritter

Eccezionale passista ha toccato i vertici sia correndo su strada che su pista solamente quando poneva nell'impegno la necessaria concentrazione. Per questa ragione ha lasciato l'impressione di aver fatto meno di quant'era nelle sue non comuni possibilità. Disinvolto nel comportamento, e in qualche occasione un pò spregiudicato tanto da aggirare le norme di una rigida professionalità, ha trovato, ad ogni modo, un'importante collocazione nel ciclismo italiano. Infatti con i colori della Germanvox, della Filotex, della Dreher, della Sanson e della Bianchi ha percorso l'intero arco della carriera in Italia. Dopo essere stato un dilettante di primo piano con la conquista della medaglia d'argento ai mondiali su strada '62 di Salò, a 26 anni passò tra i professionisti. Si fece conoscere nella cronotappa Mantova-Verona nel Giro '67 battendo Altig, Bracke e Gimondi. Come stradista vinse altre due tappe del Giro (in linea nel '69 e a cronometro nel '71) si impose pure nel Trofeo Matteotti '68, in ripetute prove della cronostaffetta e nelle sfide contro il tempo di Forli '70, Lugano '70 e '74, Diessenhofen '71 e '72, Roskilde '73 e '74 e Copenaghen '73. E' stato 2° nel Nazioni '70 (dopo Van Springel), a Lugano '69 e tre volte nel Baracchi (con Van Springel nel '68, con Motta nel '69 e con Mortensen nel '70). Guidato da Costa è stato il primo a mettere a profitto la quota di Città del Messico per spodestare Bracke del record dell'ora: il 10 ottobre 1968 compì infatti km 48,653 che resistette sino all'attacco di Merckx nel '72 (con km 49,431). Conquistò sovente i record dei 5, 10, 20 e 100 chilometri e nell'intento di riprendersi il record dell'ora realizzò ugualmente ottime performances: km 48,739 il 5 novembre 1974 e km 48,879 il 10 novembre 1974 (e fu in questa occasione che Francesco Moser, suo compagno di squadra e di trasferta, gettò le basi per i suoi trionfi di 10 anni dopo.
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