Nella scia del fratello maggiore Ismael che gli è stato maestro e "spalla" impareggiabile è diventato professionista mettendo in risalto le sue notevolissime qualità di scalatore che gli hanno propiziato la maggior parte delle sue affermazioni. Se la più importante l'ha ottenuta nella Vuelta di Spagna dell'82 per il declassamento di Arroyo positivo all'antidoping, la più convincente prestazione l'ha offerta nella Vuelta dell'83 che lo vide dominatore sulle montagne e vincitore di tre tappe (correva per l'Alfa Lum diretta da Primo Franchini); ma la sua scarsa esperienza internazionale lo espose a un'insidiosa offensiva di alcune vedette coalizzate (Hinault, Kuiper, Saronni, Fignon) per cui si dovette rassegnare al secondo posto alle spalle di Hinault. Anche al Giro d'Italia s'è fatto notare: 6° nell'83, 4° nell'84 (vincendo la tappa di Selva di Val Gardena), 5° nell'85, 7° nel '90 e 5° nel '91 (con una tappa). Buone prove anche al Tour de France dove fu 5° sia nell'89 che nel '90 (una vittoria di tappa). Nel suo palmares figurano pure il Giro di Catalogna '80 e '89, il Giro di Castiglia, il Giro della Cantabria e della Roja nell'82, il Giro di Burgos nell'86, '87, '88 e '90 fra le prove a tappe e, in linea, il G.P. di Villafranca '81, '88, '89, il G.P. di San Sebastian '81, '82 e '87 (internazionale), oltre a prove in salita sia a cronometro che in linea.