Appartiene all'élite internazionale per le sue grandissime qualità di campione che gli consentirono molte e importanti vittorie e che lo resero protagonista di pagine epiche, da leggenda. Se il Campionato del mondo dilettanti nel '24 a Parigi (aveva vent'anni), la Parigi-Roubaix '28 (2° anche nel '35), la Parigi-Tours '35 danno lustro al suo bottino, fu il Tour de France il palcoscenico delle sue memorabili imprese: 9 partecipazioni, 2 vittorie finali (2° nel '28), 25 tappe vinte (delle quali 4 a squadre) e 34 giorni in maglia gialla. Il suo primo trionfo nel '30 prese lo slancio da un episodio particolarmente significativo: vittima di una caduta nella discesa del Galibier spezzò un pedale e si vide costretto a una lunga sosta prima di poter ripartire assieme ad Antonin Magne, suo fraterno amico, e agli altri uomini della sua squadra impegnandosi in una rincorsa fantastica che gli consentì di recuperare il terreno perduto e di aggiudicarsi la tappa sul traguardo di Evian gettando le basi per il successo finale su Guerra, Magne e Demuysere. Due anni dopo, in condizioni di forma strepitose, dominò la corsa vincendo sei tappe, sia in volata (persino sul velocissimo Di Paco) che in salita e mettendo a profitto i cospicui abbuoni in palio (4', 3', 2' ai primi tre di tappa) lasciò a distacchi enormi Stoepel (a 24'3") e Camusso (a 36'21") nella classifica finale. Toccante e significativa, infine, la conclusione della tappa di Parigi nel Tour del '38 (il primo di Gino Bartali): Leducq e Magne arrivarono in testa al Parco dei Principi e tagliarono simultaneamente il traguardo ottenendo la vittoria ex-aequo, per riaffermare la loro sincera amicizia.