Storia di Elia Aggiano

Elia, e non Elio come di solito viene chiamato da tutti, nasce a Brindisi nel quartiere Sant'Elia (da qui il suo nome) costruito negli anni '60. E' un quartiere difficile specialmente per un bambino: malavita e problemi con la giustizia sono all'ordine del giorno. E' il settimo di tredici fratelli: sette femmine e sei maschi. Per aiutare i suoi, a otto anni va a lavorare al mercato ortofrutticolo di Brindisi. A 12 anni lo zio Bruno lo invoglia ad andare in bicicletta e così comincia la sua avventura. La svolta arriva da juniores, nel 1989, quando vince il campionato italiano su pista della corsa a punti; ha 17 anni e corre con la maglia della Delta Zero di Brindisi. Viene notato da alcuni tecnici toscani e si trasferisce a Monsummano Terme. Corre per sei anni da dilettante con la Monsummanese e il presidente Pasqui è per lui come un padre. Nel 1991 è campione italiano dilettanti della corsa a punti. Dopo aver indossato la maglia azzurra da juniores la indossa anche da dilettante.
Nel 1997 passa professionista con la Ceramiche Refin, ottenendo discreti risultati; è secondo nella Alassio Cup, in una tappa a Besseges e termina la Vuelta mentre al Giro si ritira. A fine stagione la squadra si scioglie e riesce a trovare in extremis un contratto in Spagna alla Vitalicio Seguros. Sotto la guida del direttore sportivo Minguez comincia alla grande la stagione vincendo una prova del Challenge Mallorca e poi si ripete al Trofeo Luis Ocana. Corre altri due anni in Spagna vincendo una tappa della Vuelta a Castilla '99 e una prova del Challenge Mallorca nel 2000.
Nel 2001 ritorna in Italia ingaggiato dalla Mapei, una squadra con grandi capitani come Bettini e il campione del Mondo Freire e si conferma uomo da fatica. Non perde però il vizio della vittoria da buon finisseur; gli piace vincere partendo o da lontano o negli ultimi chilometri ed è capace di tenere duro fino alla fine. Così nel 2002 vince ad Odense una tappa del Giro di Danimarca. Era andato in fuga subito con altri cinque compagni, a dieci chilometri avevano solo una ventina di secondi di vantaggio, negli ultimi tre chilometri vengono tutti ripresi eccetto Elia che riesce a vincere anticipando d'un soffio lo sprint del gruppo.
Alla fine del 2002 la Mapei si scioglie, dopo vari contatti gli arriva un'offerta da Giuliani e nel 2003 corre per la Formaggi Pinzolo Fiavè. A 30 anni il suo ruolo cambia, non è più uomo di fatica al servizio dei grandi capitani, ma può giocarsi tutte le sue carte in una formazione di attaccanti di giornata. La dimostrazione al Giro del Trentino: fuga dal primo chilometro e vittoria di tappa. Un'impresa folle che Elia, quando ha libertà d'azione, tenta spesso. Nel 2004 passa al Team LPR dove trova un gruppo di giovani ai quali fare da chioccia. L'ambiente è ottimo ed Elia, a dispetto dell'anagrafe, non perde le motivazioni ed è un esempio per tutti. Nel 2005 altra fuga dal chilometro zero in una tappa della Settimana Coppi&Bartali e sul traguardo di Sassuolo ottiene la decima vittoria in carriera che dedica al padre scomparso nel 2004.
Per la stagione 2006 Elia ottiene il rinnovo del contratto dal Team LPR di Omar Piscina dove, per sua stessa ammissione, è tornato a respirare quel clima professionale ma nello stesso tempo familiare, che gli ricorda tanto la vecchia e cara Monsummanese.
Inguaribile mattacchione, barzellettiere dal repertorio infinito, Aggiano è così, prendere o lasciare. I suo direttori sportivi spesso si arrabbiano, perché nei momenti di maggior concentrazione, Elia sdrammatizza con qualche battutaccia. Ma è solo un modo per esorcizzare la tensione, perché poi in gara l'impegno e il sacrificio sono totali.
Articolo inviato da: Paolo Mannini (Firenze)
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