Frédéric Guesdon, corridore simbolo per più di un decennio

Nato il 14/10/1971 a Saint-Méen-le-Grand, in Francia, Frédéric Guesdon è uno dei più grandi comprimari degli ultimi vent'anni. Passato professionista nel 1995 alla Le Grupement, quando aveva già compiuto ventiquattro anni, il francese si mette subito al servizio della squadra. Corridore alto e possente, Guesdon si fa subito notare per le sue doti in pianura, dimostrandosi capace di fare delle grandi tirate in testa al gruppo, senza mostrare cedimenti. Il suo grande fondo lo rende corridore adatto, non solo al pavé del Giro delle Fiandre e dalla Parigi-Roubaix, ma anche alle fughe da lontano, delle quali diventa ben presto uno dei maggiori esperti in gruppo. Altra caratteristica che gli permetterà di vincere le sue poche corse da professionista (in tutto undici) sarà il suo buono spunto veloce, che lo rende corridore ideale per comporre il treno per i molti velocisti che ha aiutato nella sua carriera.
Dopo una buona annata fra le fila della italiana Polti (miglior risultato un terzo posto al campionato nazionale francese in linea), nel 1997 passa alla corte di Marc Madiot, alla Française des Jeux, per restarci ben sedici anni - un altro dei piccoli grandi record del generoso corridore transalpino, che mostra una lealtà e una dedizione alla maglia della squadra francese se non unica, quantomeno rara.
Il 1997 sarà la migliore stagione da professionista per Frédéric Guesdon perché riuscirà a conquistare la vittoria nella Regina delle Classiche: la Parigi-Roubaix. Quell'anno ci fu uno svolgimento di gara rocambolesco, Johan Museeuw diede dimostrazione di essere ancora una volta il più forte, ma venne frenato da due forature, che lo costrinsero a fare una corsa sempre all'inseguimento. Frédéric Moncassin e Andrei Tchmil si fecero la guerra fra di loro e l'uno tentò di staccare l'altro, favorendo il rientro di Museeuw, Jo Planckaert, Davide Casarotto, Rolf Sorensen, Marc Wauters e di Guesdon. I sette corridori si giocarono così la vittoria allo sprint e Guesdon riuscì ad imporsi piuttosto nettamente, facendo valere le sue doti di velocista e scrivendo indelebilmente il suo nome nella storia di questo sport. In quella magica annata il corridore francese riuscì a vincere altre due corse: la Classic Haribo (sempre allo sprint davanti a Jaan Kirspuu e all'italiano Simone Zucchi) e una tappa del Tour de Limousin, grazie ad un tentativo di fuga andato a buon fine.
Da quel giorno, Guesdon si innamora follemente della Parigi-Roubaix, che correrà per diciassette volte in carriera - un altro record, mai nessuno come lui prima, condiviso con George Hincapie. Tuttavia, anche se concluderà questa corsa spesse volte fra i primi quindici, risultando spesso e volentieri il miglior francese all'arrivo, non riuscirà mai più a provare la gioia di salire sul podio. Nonostante ciò è su questo traguardo, anche se fuori tempo massimo, che concluderà la sua carriera, l'otto aprile del 2012, di ritorno da un lungo infortunio.
Altra corsa con la quale il francese riuscì ad avere un discreto feeling fu il Giro del Delfinato, dove riuscì a conquistare due vittorie di tappa: nel 2000 a Lione, riuscendo ad anticipare di un niente il gruppo dei migliori, e nel 2002 a Grenoble, dove riuscì ad entrare nella fuga giusta, riuscendo a battere in uno sprint ristretto campioni del calibro di Santiago Botero e Laurent Jalabert.
La sua ultima grande gioia da professionista l'ha ottenuta in un traguardo prestigioso: quello della Paris-Tours del 2006, all'età di trentacinque anni. Una vittoria incredibile, ottenuta alla sua maniera, con una fuga da lontano che sembrava spacciata dalla partenza. Invece, il francese, in compagnia di un altro esperto di fughe (il norvegese Kurt Asle Arvesen), riuscì ad alzare le braccia con un esiguo vantaggio di otto secondi sul gruppo, consacrando una carriera con pochi bagliori, ma tutti di qualità.
Non brillantissimi i suoi risultati nelle grandi corse a tappe. Il francese ha preso parte almeno una volta a tutti e tre i grandi giri, ma il Giro d'Italia (2003) e la Vuelta a España (2005) non è mai riuscito a concluderli. Molto meglio è andata al Tour de France, con otto partecipazioni e un solo ritiro. Nel 1998, dopo una non esaltante campagna del nord, riuscì a piazzarsi in 67ª posizione, anche grazie a due coraggiosi tentativi di fuga: il primo nella tappa di Grenoble, ma fu uno dei primi a staccarsi; il secondo nella tappa di Autun, dove riuscì ad arrivare in quinta posizione, battendo un folto gruppetto di inseguitori, che si erano lasciati sfuggire il quartetto che si sarebbe giocato la vittoria allo sprint.
Forse la più grande delusione di una carriera esemplare, il francese l'ha avuta proprio nella sua ultima stagione da professionista: nel gennaio 2012 è infatti caduto e si è fratturato l'anca. I giornali di mezzo mondo già titolavano del "sogno infranto" del corridore della FDJ, dato che il suo recupero in tempo per partecipare alla regina delle classiche era considerato praticamente impossibile. Il transalpino invece non si è arreso ed è ritornato alle corse proprio durante il Giro delle Fiandre, appena in tempo per mettere a punto la condizione per la Parigi-Roubaix e confermando, ancora una volta, di avere un fisico fuori dal comune dato che nella sua carriera si è infortunato solo un'altra volta, nel 2005. In questo modo, Guesdon è riuscito a terminare la sua diciassettesima Parigi-Roubaix, anche se coinvolto in una caduta e fuori tempo massimo. Il corridore quasi quarantunenne è così riuscito a coronare il suo sogno e raggiungere il suo record, raccogliendo all'arrivo quasi gli stessi applausi del vincitore Tom Boonen e dimostrando che il ciclismo è uno dei pochi sport dove, a volte, anche gli ultimi sono i primi.
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