6 maggio 1928 - Giro del Piemonte

Alla barriera di Lanzo viene fatto l'appello e quindi dato il "via" alle 5,45 ai 49 partenti. Tra questi non sono Aimo e Brunero; la gara è così limitala a juniores e indipendenti. Con calma e prudenza si comincia a marciare sul 25 all'ora: la strada è discreta, ma non mancano pozzanghere e fango. Dopo i primi dieci chilometri, la media è scesa ai 22. Alle 7,52 il plotone è a Cuorgnè (km 46,3), dove Picchiottino intasca il premio di traguardo. Sempre allo stesso modesto passo attraversiamo la plaga di montagne russe che precede Ivrea (km 60,2) dove si giunge alle 8,25. Il gruppo è ancora quasi nella formazione di partenza. Dopo Ivrea la strada migliora: parecchi girano ruota. Alle 8,43, comincia l'attacco alla Serra. Nell'ultimo chilometro Casadio rende più severa la battuta. La cima è in vista e Casadio con bello spunto la tocca per primo alle 9,5. Sedici uomini lo seguono a intervalli di poche macchine; gli altri sono più nettamente staccati. A Zublena i 17 diventano 22, a Occhieppo 28, a Biella 32. Si transita per la città laniera alle 9,40. Sono compiuti km. 98,6 in 3 ore 55, cioè alla media di km. 25,175. A Candelo Bresciani è a terra per foratura: ma non gli costa fatica riprendere contatto. Quaranta chilometri passano senza che si manifestino segni della minima offensiva. A Vercelli giungono in gruppo 34 uomini. Sono concessi 3 minuti di neutralizzazione per la firma e il rifornimento. Solo Vallazza si attarda: al momento di rimontare in macchina si è accorto d'avere una gomma sgonfia: la sostituzione gli fa perdere quasi 3 minuti. Subito dopo c'è da scalare il primo dislivello di questa seconda parte della corsa: la salita di Camino. La inizia energicamente Marco Giuntelli, al quale si sostituisce poi Picchiottino. Ma Giuntelli riprende il comando e getta lo scompiglio nel plotone. L'astigiano ripete il gesto. Picchiottino solo risponde con prontezza allo scatto, mentre gli altri sono, chi più chi meno, tardi a mettersi in difesa. I due prendono una cinquantina di metri di vantaggio, che accennano ad aumentare. Invece Giuntelli rallenta di colpo e Picchi, Rinaldi, Campagnolo, Martinetto sono i primi a piombare alle loro spalle; gli altri sopraggiungono poco appresso. La salita è al termine: ci affacciamo alla discesa e Bresciani, dalle ultime posizioni, infilando come una freccia la banchina, rimonta la fila e fugge, guadagnando alcune centinaia di metri. Ma a Pontestura buca ed è sorpassato dal grasso del lotto. Per oltre 20 chilometri la lotta non è fra gli uomini, ma contro la strada che va ancora peggiorando. Gay apre per parecchi chilometri la pesante marcia. Nel frattempo ricompare nel plotone Bresciani con Binda A. e Vallazza. Nulla di notevole fin oltre la salita di Cocconato, quando la gara entra in una fase decisiva. Giuntelli M. termina la salila una ventina di metri prima di Piccini, che è seguito da Binda. Sono le 14,15. Piccin si arresta per girare la ruota, e perde un tempo prezioso. Frattanto Giuntelli M. e Rinaldi scendono a precipizio. Essi sono raggiunti da Binda, Viarengo e Giuntelli B. prima di Gallareto (Km. 209,75), poi da Mainetti. Ecco la salita di Moriondo, non lunga ma severissima: tanto più al termale di una corsa simile. Giuntelli M. inesauribile e indomabile dà un altro balzo improvviso: solo Viarengo gli risponde a tono: Binda e Rinaldi rimangono anch'essi staccati. Di nuovo Giuntelli parte a fondo. Viarengo perde li per li qualche lunghezza ma riviene subito con sicurezza e al termine della salita, è a ruota del compagno. Segue B. Giuntelli a 20 metri, poi Rinaldi a 50. Piccin a 100, Martinetto a 120. Picchiottino, Mainetti e Binda a 150. Ormai è la soluzione. I due Giuntelli e Viarengo formano un trio compatto che se ne va a tutto flato, in perfetta intesa. Rimangono poco più di trenta chilometri per giungere all'arrivo. Il trio passa per Chieri alle 15,8, per Moncalieri alle 15,43. Sul viale di Stupinigi la strada si fa pessima. I quattro chilometri e mezzo dei rettilineo fino all'arrivo sono compiuti faticosamente e M. Giuntelli passa primo il traguardo seguito a ruota dal fratello e da Viarengo, rialzato.

Articolo La Stampa - Lunedì 7 maggio 1928
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