La carriera di Eugène Christophe

Eugène Christophe nacque a Malakoff, nei sobborghi di Parigi, nel 1885. Intraprese in gioventù il mestiere di fabbro, ma ben presto lo spirito avventuriero che avvolgeva il mondo del ciclismo lo affascinò e lo conquistò. Iniziò a correre tra i dilettanti a 18 anni, e nel 1904, a 19 anni, passò professionista; nel 1906 disputò il suo primo Tour de France, che chiuse con un più che onorevole 9° posto. Dotato di fisico possente ed al contempo agile, con un aspetto particolarmente caratteristico derivante dai folti e curati baffi, era soprannominato "Cri-cri" oppure "Le gaulois", il gallo, a rimarcare l'attenzione che riponeva per il proprio aspetto estetico e che gli fruttò molta popolarità anche presso il gentil sesso.
Nel 1910 Christophe colse la prima grande affermazione della propria carriera, vincendo sul traguardo della Milano-Sanremo al termine di una corsa epica. 71 ciclisti alla partenza, di questi solo 3 raggiunsero il traguardo; il maltempo, le strade coperte di fango e neve, talvolta anche di ghiaccio, trasformarono quell'edizione della Sanremo in una gara ad eliminazione. Tale fu l'impatto di quella gara sul fisico di Christophe, che per sua stessa ammissione fino alla fine della stagione 1911 continuò a patirne le conseguenze, non riuscendo mai a sentirsi in piena condizione fisica. Il 1912 fu invece un'annata importante per il grintoso francese, che si segnalò al Tour de France con tre vittorie consecutive sulle Alpi; in una di quelle tappe Christophe concluse vittoriosamente la più lunga fuga solitaria mai andata in porto al Tour, tagliando il traguardo per primo dopo 315 km di assolo. Purtroppo Christophe non aveva grande qualità di sprinter, e questo gli costò molto in termini di classifica generale, dal momento che si attribuiva la leadership con il criterio a punti e non a tempo. Alla fine Christophe si piazzò 2° e ben distanziato dal belga Defraye, ma se la classifica fosse stata stilata sui tempi Christophe ne sarebbe uscito vincitore. Nel 1913, Christophe per la prima volta accarezzò concretamente il sogno della vittoria nel Tour de France: il ritorno al sistema a tempo per la definizione deflla classifica generale piazzò automaticamente il francese nel ruolo di favorito. Al via della 6° tappa, tappone pirenaico comprendente diverse salite, la Peugeot, squadra in cui militava Christophe, lanciò l'attacco ed il leader della classifica Defraye venne inesorabilmente staccato. Christophe si presentò in testa sulla cima del Tourmalet assieme al belga Thys; il suo vantaggio era già tale da lasciar presagire la conquista del primo posto nella classifica generale, ma a 10 km dal termine della discesa un problema alla forcella impedì a Christophe di proseguire, la bicicletta non sterzava più. Seguirono più di 10 km di camminata in discesa, bici in spalla, durante i quali Christophe vide transitare tutti quelli che aveva staccato in salita. Arrivato nel villaggio di S.te Marie de Campan, venne condotto all'officina di un fabbro e dovette ripararsi la bicicletta da solo, secondo il regolamento di allora, con un giudice che stazionava al suo fianco controllando che il fabbro non intervenisse nella riparazione. Alla fine l'incidente meccanico venne ufficialmente imputato ad un urto contro un'auto durante la discesa, ma Christophe anni dopo spiegò che si trattava di una bugia, servita a mascherare la rottura meccanica della forcella poiché Peugeot non voleva far sapere della fragilità di quel pezzo sulla propria bici.
Il tutto costò diverse ore a Christophe, che si vide tagliato fuori dalla vittoria. Dopo un 1914 in cui Christophe confermò il titolo di campione nazionale di ciclocross (che vinse ininterrottamente dal 1909 al 1914) e niente più, ci fu la pausa dovuta alla prima guerra mondiale. Alla ripresa dell'attività, Christophe si ripresentò sulle scene a 34 anni. Molti pensarono che fosse troppo tardi per farsi valere nelle gare più difficili, ma "Cri-cri" stupì tutti. Era il 1919, Christophe conquistò il primo posto nella generale al termine della 4° tappa; dopo l'undicesima tappa Henri Desgrange, patron del Tour, decise di insignire il leader della classifica generale di un simbolo che lo rendesse distinguibile, la celeberrima maglia gialla, e Christophe fu così il primo nella storia ad indossarla, anche se al momento ciò non gli diede particolare soddisfazione dal momento che gli valse solo gli sfottò degli altri ciclisti, che lo soprannominarono "canarino"; ma la sfortuna era ancora una volta dietro l'angolo: il secondo in classifica, il belga Lambot, decise di tentare il tutto per tutto nella penultima tappa ed attaccò, anche se il distacco in classifica da Christophe era enorme (28 minuti). Christophe si lanciò all'inseguimento, ma nei pressi di Valenciennes ancora una volta si ruppe la forcella. L'incidente, incredibilmente lo stesso di 6 anni prima, gli costò 2 ore e mezzo e la vittoria finale. Christophe chiuse al 3° posto nella generale, e gli organizzatori, dispiaciuti per la sfortuna che si accaniva contro il francese, gli riconobbero lo stesso premio in denaro destinato al vincitore. Nel 1920 Christophe raccolse importanti risultati nelle corse in linea, vincendo la Parigi-Tours e la Bordeaux-Parigi e giungendo secondo nella Parigi-Roubaix. Rivinse la Bordeaux-Parigi nel 1921, quando tornò ad affermarsi anche nel campionato nazionale di ciclocross; ma in pochi avrebbero puntato su di lui per una vittoria al Tour, vista anche l'età avanzata. Ed invece, a 37 anni, Christophe si preesntò al via del tour 1922 in una ocndizione fisico-atletica sorprendente. Al via dell'undicesima tappa era nei primi tre e con discrete possibilità di vittoria, quando di nuovo andò incontro alla malasorte. Lungo la salita del Galibeir, nuovamente si ruppe la forcella, e Christophe fu costretto a scalare gli ultimi tornanti ed a percorrere l'intera discesa a piedi, per poi provvedere di nuovo alla riparazione della bici. Chiuse all'ottavo posto in classifica, ma con mille rimpianti per essersi visto soffiare dalla dea bendata l'ennesima opportunità. Nel 1925 Christophe corse l'utlimo Tour, a 40 anni, e chiuse diciottesimo. Poi, nel 1926, l'ultima vittoria al Circuite du Bourbonnais, ed il ritiro.
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