3 aprile 1927 - Milano-Sanremo

Assente per la prima volta dal 1913 Costante Girardengo, vincitore di ben cinque edizioni (postumi di una frattura al polso sinistro), la Milano-Sanremo è preda dello sconosciuto Pietro Chesi. Partenza alle 6.02, 111 concorrenti al via, dato il forfait del "Campionissimo" e dei più importanti stranieri, che hanno preferito concentrarsi sul Giro delle Fiandre, il campione d'Italia Alfredo Binda, vincitore nel 1925 e nel 1926 del Giro di Lombardia (nel '25 pure del Giro d'Italia) è il superfavorito di tutti gli esperti. Alle porte di Tortona, quando i chilometri percorsi sono appena una settantina, scappano due "isolati": Chesi e Carlo Porzio. A Novi i due hanno un vantaggio di 4'33", poi, causa crampi, Porzio è costretto alla resa. Mentre il plotone prosegue disinteressato, a Ovada il vantaggio del battistrada sul gruppo è salito a 19'30" (in mezzo, a 7', c'è un altro sconosciuto "isolato", Pietro Tachino). In vetta al Turchino il vantaggio di Chesi ammonta ancora a 18' (Tachino è a 10'), ad Arenzano è salito a 20', a Savona è sceso a 15'. Mentre si sparge la voce che il fuggitivo, un boscaiolo classe 1902 nativo di Gambassi (tra Firenze e Siena) si è preparato pedalando con una gerla piena di pietre sulla schiena, il vantaggio risale fino a 18' (Loano, 60 km all'arrivo). Sul Berta, finalmente, Binda parte al contrattacco, ma in vetta il ritardo ammonta ancora a 13'. In Corso Cavallotti, dove è fissato l'arrivo, "Pelo" (nomignolo ereditato dal padre "Pelone") conclude la fuga di 200 km (170 in solitario) precedendo il delusissimo Binda di 9' (stesso tempo per il terzo, l'alfiere della Bianchi Domenico Piemontesi). [Delfino-De Marco-Pietrucci 2009]
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