1 maggio 1932 - Giro di Toscana

In un atmosfera di entusiasmo inizia alle Due Strade di Firenze il IX Giro di Toscana. Alle 6.50 lo starter cap. Spositi, Segretario dell'UVI, da il via ai 45 partenti che iniziano la gara fra gli applausi del pubblico che inneggia a Guerra, Binda, Di Paco, Mara ed agli altri più noti. L'inizio è prudente; ci sono tante salite e l'andatura è modesta. Bovet fora ma può facilmente rientrare, più sfortunato è invece Barral che rompe una ruota in una collisione con Rinaldi. Sulla prima salita di giornata, quella di San Casciano, il passo si ravviva per merito di Fioretti, che viene sostituito in testa verso il culmine da Meini e Cipriani. Il gruppo si allunga, ma soltanto Di Paco è attardato: ha rotto alcuni raggi e deve cambiare la routa. Dietro c'è la macchina della sua Casa e dopo qualche chilometro è di nuovo in gruppo e quando si attacca la salita di Tavernelle rientra anche Barral. Il compito di far l'andatura è lasciato a Simoni, ma nessuno si stacca e il gruppo giunge compatto a Tavernelle (km 31,2) dove il traguardo è vinto da Morelli. Il successivo traguardo di Poggibonsi (km 42,4) è vinto da Meini, ma la corsa procede lenta e monotona. Il gruppo raggiunge Siena (km 68,5) dove è ancora Meini che si aggiudica il premio precedendo Bellandi. Dopo Siena le strade non sono più asfaltate, ma egualmente buone e si arriva a Gaiole dove inizia la salita lunga cinque chilometri. Nell'attraversamento del paese Agati, Accorsi e Meini accelerano prendendo una decina di metri al gruppo, che però capeggiato da Giacobbe e Bretoni si riporta rapidamente su di loro all'inizio della salita. Ci sono tutti, insieme, anche Di Paco che aveva forato pochi chilometri prima. Due grigi sono in testa, Rinaldi e Giacobbe, ma l'unico positivo risultato è quello di far perdere contatto a pochi isolati. Più su anche Bovet, Mara e Frascarelli perdono pochi metri che prontamente recuperano prima del culmine superato da una quarantina di corridori raggruppati in poche decine di metri. In discesa lo sfortunato Barral fora una gomma, ma il gruppo è compatto quando transita a Montevarchi (km 113). In testa si sono messi Bovet e Bertoni che conducono velocemente, seguiti da Guerra e Figline, dove è posto il controllo rifornimento, è attraversata ad alta velocità e pochi si fermano al rifornimento. Bovet e Guerra continuano a tirare forte ed il gruppo sembra debba sgranarsi, ma poco dopo, al passaggio di un automobile, Bovet scarta e cade; per poco anche Guerra non subisce stessa sorte. Bovet si è prodotto numerose escoriazioni, ma dopo aver cambiato una ruota si mette all'inseguimento ed in breve è sul gruppo, che ha rallentato e nel quale rientrano tutti gli staccati. La giornata si è fatta calda; le strade sono polverose e ciò provoca un ulteriore rallentamento alla già lenta andatura. Si attraversa Incisa, Pontassieve, Rufina e Dicomano. Nel gruppo si conversa allegramente, si mangia e i corridori si fermano ad ogni fontana per dissetarsi e ripulirsi della polvere che li ricopre. Dopo Dicomano Guerra ha un problema alla bicicletta, si ferma e riparte, ma dopo poco è costretto a cambiarla. Ha perso già tre minuti quando inizia l'inseguimento del primo gruppo che, guidato da Di Paco, Canizza, Bertoni e Binda Albino, fila veloce alla volta di Vicchio. Una foratura di Binda Alfredo costringe i Legnano-Wolsit a desistere dall'offensiva, anzi lo aspettano per riportarlo nel gruppetto di testa e a Vicchio sono già nelle prime posizioni con Canazza che va subito al comando per rendere duro l'inseguimento di Guerra. Ma il mantovano, ottimamente coadiuvato da Bergamaschi e Rinaldi, riduce in breve la distanza e quando entra in scia delle automobili che seguono il primo gruppo, scatta, lascia i compagni e si porta nelle prime posizioni. Nel frattempo si sono ritirati Negrini e Frascarelli. Dopo il passaggio da Scarperia inizia la salita verso il Giogo con Gestri che conduce, sostituito poi da Dall'Arsina, il gruppetto dei migliori composto da una trentina di corridori. Forano Binda e Battesini. Gestri ritorna al comando e forza l'andatura; la selezione è netta ed immediata. Con Gestri rimangono Dall'Arsina, Guerra, Camusso, Giacobbe, Bertoni, Di Paco, Mammina, Cipriani, Mara, Rinaldi e Barral. E' ancora Gestri che forza e guadagna una decina di metri, ma Guerra poco dopo si riporta sulla sua ruota. A seguire anche Giacobbe, Camuso e Bertoni si ricongiungono con i due di testa. A pochi metri ci sono Barral e Mammina i quali, essendo rallentata l'azione di Gestri, possono pure riprendere contatto. Poi è la volta del rientro di Di Paco, Mara e Cipriani. La strada continua a salire e Barral deve fermarsi per una nuova foratura, mentre Gestri cede. Da dietro sta recuperando Binda, ma in testa Guerra continua a tirare e provoca il distacco di Mammina. Siamo alle ultime rampe e anche Bertoni cede prima del culmine del Giogo (m. 822 - km 198) dove transitano nell'ordine Guerra, Giacobbe e Camusso. A 50 metri dai primi è Bertoni, poi seguono Mammina, Mara e Di Paco, quindi Gestri e Binda. Si scende velocemente su Firenzuola ed è sempre Guerra che tira in testa, mettendo in difficoltà Giacobbe, ma non impedendo a Bertoni di ricongiungersi. I quattro di testa transitano da Firenzuola con 200 metri di vantaggio su Mammina, poi si scorgono Mara e Di Paco, e poco più indietro Gestri e Binda. Comincia la salita della Casetta ed è sempre Guerra a condurre i fuggitivi. Dietro Binda sta recuperando e, lasciato Gestri, ha superato Di Paco, Mara e Mammina ed ora è il primo degli inseguitori. Bertoni cede mentre Giacobbe e Camusso si mantengono passivi alle spalle di Guerra. Ad un tratto Camusso ha uno scatto poderoso: Guerra cede mentre Giacobbe tenta di resistere, ma sono alcuni scalmanati del pubblico che sospingono Guerra e lo portano addirittura in testa, avanti a Camusso; Giacobbe ha perso invece una trentina di metri e a stento riesce a ricongiungersi. I tre scollinano alla Casetta (km 224) e adesso mancano una cinquantina di chilometri all'arrivo. Binda insegue sempre i tre che in breve sono sullo strappo di Covigliaio ed iniziano velocemente il tratto che li condurrà alla Futa. Binda riesce a ridurre il suo distacco e in cima alla Futa ha soltanto 200 metri dai primi. Inizia la discesa, intercalata da brevi tratti di salita. Binda scorge davanti a se i tre battistrada, ma Guerra è scatenato e stacca Camusso e Giacobbe. Il campione del mondo spinge forte, ad un tratto Camusso si ferma inspiegabilmente, mentre alla fine della discesa Binda ha ripreso Giacobbe. Un poco più avanti Binda si ferma per girare il rapporto e lascia di nuovo solo Giacobbe dietro al campione del mondo. Guerra ha 35" su Giacobbe e 1'10" su Binda. Sulla salita di Pratolino Giacobbe riesce a conservare il secondo posto, mentre Binda perde ancora terreno ed è raggiunto da Bertoni. Da Pratolino a Firenze Guerra percorre velocemente la discesa che conduce verso il traguardo fra l'entusiasmo del folto pubblico e fa il suo ingresso sulla pista dello stadio "Berta". Giacobbe è secondo con un ritardo di due minuti e mezzo, terzo è Binda che precede Bertoni e poi entra un gruppetto di cinque corridori regolato da Ettore Meini.
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