Nazzareno Venturini: un campione d'altri tempi

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Erano gli anni d'oro del ciclismo italiano. L'epoca in cui Coppi, Banali e Magni dominavano agevolmente gli avversari in un tourbillon di incredibili vittorie ingagliardite dai successi al Giro d'Italia, al Tour de France ed ai campionati del mondo. Anni indimenticabili che videro distinguersi sulle nostre strade il giovane dilettante Nazareno Venturini.

Un campione d'altri tempi un talento quasi imbattibile che avrebbe potuto percorrere le vie del professionismo nonostante i disagi di quel periodo e nonostante quel carattere un po' ribelle che forse, per contrasto, riusciva a dargli la carica per arrivare comunque davanti.

Una carriera folgorante iniziata nel 1951 con l'Aurora Roma e proseguita nelle file dell'A.S. Roma, in un team all'avanguardia anche grazie al notevole apporto del ciclista oriolese. E poi il 1953. La sua migliore annata. gratificata da tante esaltanti perfomances tra le quali brilla ancora oggi il trionfo nell'VIII^ edizione del Gran Premio della Liberazione vinto in volata sul rappresentante della S.S. Lazio, Ardelio Trapè, in un derby anche allora molto acceso.

Tuttavia per Nazareno non furono tutte rose e fiori. La chiamata alle armi nel suo momento più favorevole, lontano dagli affetti ed abbandonato a se stesso, lo relegò nel limbo del ciclismo dal quale riemerse, seppur con fatica, in virtù della sua energia e della sua grande voglia di imporsi.

Nel 1955 si guadagnò la partecipazione alla selezione per il campionato del mondo dilettanti in una gara intensa e dura che stava comunque per regalargli l'ennesima autorevole affermazione.

E quando ogni cosa sembrava arridere ai suoi meriti il terribile impatto con uno sciagurato automobilista lo obbligò ad un doloroso abbandono che purtroppo pose fine al superlativo percorso agonistico del nostro atleta.

Dario Calvaresi
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