1 maggio 2010 - Vuelta Ciclista Asturias

La tappa prevede una conclusione degna e spettacolare sull'Alto del Acebo, salita simbolo della Vuelta Asturias. Nella parte iniziale la corsa è animata da una fuga di quindici corridori, tra cui spiccano Izagirre (il meglio piazzato nella generale), due Footon (Cheula e Mata), due Café de Colombia (Fader Ardila Cano e Chalapud), un compagno di squadra di Mosquera (Marcos García), uno di Vicioso (Piedra), uno di Intxausti (Azanza) e Fortunato Baliani. Situazione interessante quindi, con alcuni corridori a fare eventualmente da testa di ponte per i propri capitani, mentre è l'Euskaltel ad incaricarsi compatta dell'inseguimento e di ridurre pertanto il vantaggio (3'08" attorno all'ottantesimo chilometro). Negli ultimi quindici chilometri, in prossimità del ricongiungimento tra il gruppo e i fuggitivi (dove intanto l'accordo è pressoché esaurito e si prosegue a scatti) dal plotone fuoriescono Mas e Laverde. Nell'ascesa finale è Marcos García che, prima di defilarsi definitivamente dopo esser stato riassorbito, produce l'ultimo sforzo per aprire la strada a Mosquera. Proprio l'azione del leader della Xacobeo sembra il sintomo di un'ottima giornata ma sia la sua azione, sia quella di Santi Peréz (sul quale si è prontamente portato Intxausti) non producono effetti eccessivi, anche se riducono a circa dieci unità il gruppo (alzano bandiera bianca sia Vicioso che Blanco). Fabio Duarte, trionfatore a Varese tra gli Under 23, non sembra troppo convinto della propria azione, lasciandosi sfilare dalle ruote di Mosquera e Santi Peréz. Ma quel che può apparire quasi un segno di resa e solo utile per recuperare preziose energie. Tra il cartello dei -7 e quello dei -6 chilometri all'arrivo infatti prima Duarte si porta in testa al gruppetto di testa a fare l'andatura, poi lascia spazio allo scatto deciso di Alex Ardila Cano. Basta un cenno con la mano del cugino del più famoso Mauricio per far esplodere la corsa, e subito Duarte è alla sua ruota. L'azione è bellissima sia visivamente che tatticamente e l'abnegazione di Ardila Cano è eccellente per trainare su il proprio capitano e condurlo non solo verso l'affermazione di giornata, ma anche verso una maglia di leader che appare sempre più vicina man mano che i chilometri di ascesa diminuiscono. 57 sono infatti i secondi da recuperare in classifica da Intxausti e quando ai tre chilometri dal traguardo i secondi di vantaggio sul leader sono saliti a 36 si può cominciare a pensare concretamente al nuovo ribaltone. A quel punto è proprio Duarte a prendere in mano la situazione ponendosi in testa col compagno a ruota. Dietro non si assiste a grossi sussulti, con il solo francese Monier a rendersi volenteroso prima facendo l'andatura e poi tentando l'inseguimento solitario a circa 2,5 km dall'arrivo. I due battistrada portano il loro vantaggio ad un minuto sotto lo striscione dei meno 2. All'ultimo chilometro Duarte ringrazia di cuore il fido Alex per il grande sforzo profuso e si invola a prendersi il successo, con la doppietta completata proprio da Ardila Cano, giunto dopo 15" sul traguardo. Intxausti, nel tentativo disperato di salvare una leadership ormai andata, allunga ai 300 metri portandosi dietro Santi Peréz, ma il minuto e dieci secondi con cui entrambi giungono all'arrivo non fa altro che decretare l'avvenuto cambio della guardia. Via via giungono tutti gli altri: Cardoso a 1'17", Mosquera a 1'18", Herrada a 1'24", Monier a 1'28", Javier Moreno e Zaballa a 1'43" mentre i 2'01" accusati da Blanco e soprattutto i 3'01" di Vicioso costituiscono un duro colpo alle ambizioni di successo finale di entrambi. Nella generale Duarte ha adesso 19" su Intxausti e 50" su Santi Peréz.
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