Storia di Selvino Selvatico

Selvino Selvatico è nato a Padova (frazione di Camin) il 12/01/1925 ed è deceduto il 16/05/88 a Costa (Rovigo).
Oltre a vincere la Astico - Brenta, nel 1947 ha partecipato al Giro di Lombardia e alla Milano Sanremo. E' stato professionista dal 1947 al 1955 correndo nell'ordine per: Wilier Triestina (1947), Lygie (1948-49), Bottecchia (1949), Wilier Triestina (1950), Lygie (1950), Padovani (1951), Trevigiani (1952), Torpado (1953), individuale (1954-55).
Il suo vero cognome è Salvadego; Selvatico era il cognome, per così dire "d'arte", col quale si faceva chiamare da tutti nel mondo del ciclismo e col quale tutti lo hanno sempre chiamato, senza usare mai il suo nome: Selvino.
Selvino vuol dire selvatico, proveniente dalla selva, dalla montagna, quindi chiamandolo per cognome d'arte, era come chiamarlo per nome. Inoltre, col suo vero cognome, in giro per l'Italia, tutti scambiavano l'accento, o non riuscivano a pronunciarlo, oppure si facevano una risatina perchè effettivamente è una parola dialettale veneta dispregiativa, con la quale i cittadini usavano chiamare i contadini. Ha sempre corso in bicicletta continuando anche dopo la fine dell'attività agonistica, fino al giorno stesso che è morto. Cambiava la bici ogni anno e prima di andare al lavoro a Bologna, faceva 30 - 40 km. di allenamento in pianura dalle 5 alle 6 del mattino, poi si preparava e alle 7 partiva da Padova per essere a Bologna alle 8,30 in azienda dove si occupava del controllo tempi e metodi delle manovie di fabbriche di calzature.
La domenica mattina, a Tencarola appena fuori Padova, c'è, ancora adesso, un ritrovo di ciclisti che alle 8,30 partono per l'allenamento: può aggregarsi chiunque, dal professionista al ciclosportivo, dal più allenato al più scarso, con direzione i Colli Euganei, poi ognuno può dirigersi dove meglio crede a seconda del tipo di allenamento che vuole fare e le proprie capacità, ebbene Selvino arrivava sempre qualche minuto dopo le 8,30 e se non c'era lui nessuno si muoveva: quando arrivava, tirava diritto senza fermarsi e tutti allora, a quel punto si accodavano dicendo: sta arrivando "el vecio".
E' deceduto per un infarto in macchina sul ritorno dal lavoro in autostrada all'altezza di Costa di Rovigo. E' stato gregario di Cottur, F. Magni e altri, compagno di Tony Bevilacqua di S. Maria di Sala (Ve), ha corso con Bartali e Coppi, ma anche con atleti locali come Moratto di Padova, Lovisetto di Padova, i fratelli Brasola di Vigonovo (Ve), i fratelli Bertocco di Padova e Doni di Vigonza. Purtroppo, errori dovuti all'esuberanza giovanile, non gli hanno permesso
di esprimersi come gli era merito. Si è comunque rifatto coi veterani vincendo, ad esempio, il campionato italiano nel '70 e vincendo 30 - 40 gare all'anno. Era un velocista puro e intelligente, ma se la cavava anche in salita.

Il genero Fabio Mazzari
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