9 ottobre 2010 - Giro dell'Emilia

93esima edizione del Giro dell'Emilia, con partenza dal cuore della città di Bologna ed arrivo al culmine della salita di San Luca. Da Piazza Maggiore prendono il via 182 atleti. Dopo 30 km escono dal gruppo in 3, Ran Margaliot (Footon Servetto), Sebastien Fournet Fayard (Carmiooro Ngc) e Eugenio Loria (Cdc Cavaliere), che riescono a trovare sin da subito l'accordo giungendo ad un vantaggio massimo, al km 57, di 10'55". I tre però sulla salita di Mongardino, dove transita per primo Margaliot, perdono qualcosa su un gruppo che non ha intenzione di lasciare ulteriore spazio. Sul Monzuno i battistrada perdono tutto il loro vantaggio e l'unico che mantiene qualche secondo di vantaggio su di un gruppo frazionato è Fayard, che, dopo aver lasciato la compagnia dei compagni di avventura in prossimità della vetta (km 115), transita in prima posizione al Gpm. Il gruppo ritorna però compatto nei pressi di Pianoro (km 135), poco prima dell'inizio del circuito finale che vedrà i corridori transitare da porta Saragozza dove la strada si impennerà verso il passaggio all'arco del Meloncello. Circa due chilometri con pendenze massime del 18%, un vero e proprio muro che radunerà a bordo strada migliaia di tifosi ad applaudire i cinque passaggi. Tornato il gruppo compatto, la corsa si accende. Provano l'attacco Marco Cattaneo (De Rosa Stac Plastic) e Bartosz Huzarski (Isd Neri) seguiti in un primo momento da Tom Stubbe (Omega Pharma Lotto) seguito a sua volta da Mirko Selvaggi (Astana) e Luciano Barindelli (Carmiooro Ngc). I 5 però non riescono mai ad acquisire un buon vantaggio ed all'inizio della prima ascesa al San Luca l'azione viene subito annullata. In discesa allungano Simone Stortoni (Colnago Csf Inox), Johnny Hoogerland (Vacansoleil) e Paquale Muto (Miche). I tre riescono a prendere un po' di margine sui rivali, ma vengono poi ripresi da un gruppetto che si è avvantaggiato sul gruppo. I battistrada adesso sono 7: Johnny Hoogerland (Vacansoleil), Giampaolo Caruso (Team Katusha), Oscar Pujol Munoz (Cervelo Teast Team), Simone Stortoni e Gianluca Brambilla (Colnago - Csf Inox), Pasquale Muto (Miche) e Ludovic Turpin (AG2R La Mondiale). Comincia la terza ascesa al San Luca e in testa allunga G. Brambilla che viene agganciato, a 500 metri dal passaggio, da Hoogerland e dal compagno Stortoni. Caruso, con a ruota Muto e gli altri fuggitivi, si avvicina ai tre al comando, ma un'accellerazione di Hoogerland ai 250 metri evita il ricongiungimento. Al Gpm Hoogerland transita in testa con Brambilla e Stortoni a ruota. In discesa il gruppo, guidato dai Liquigas, riassorbe tutti gli inseguitori dei tre battistrada ed allunga Fugslang che tenta da solo di rientrare sulla testa della corsa. Terminata la prima parte di discesa Fuglsang aggancia i primi e quando la strada ricomincia a scendere anche Visconti esce dal gruppo e prova a riportarsi sui quattro al comando. Quando finisce la discesa Visconti non è riuscito ad agganciare i primi e comincia la salita con una decina di secondi di ritardo. Fuglsang guida i battistrada e forza l'andatura, dietro il gruppo riprende Visconti e ha un ritardo di 20" dai primi. Davanti Fuglsang è scatenato e i due Colnago si staccano mentre Hoogerland riesce a rimanere a ruota. Il gruppo dei migliori, composto da 10 corridori, riprende Stortoni e G. Brambilla; al Gpm primo è Hoogerland, secondo Fuglsang, terzo Pozzovivo, che guida un gruppetto di 12 inseguitori, con un ritardo di 10". Dietro sono Brambilla e Stortoni che guidano l'inseguimento e, prima che finisca l'ultima discesa, viene annullata la fuga e in testa rimangono 14 corridori che si giocheranno la vittoria sull'ultima ascesa. I battistrada sono Gesink, Daniel Martin, Kolobnev, Nibali, Scarponi, Riccò, Pozzovivo, Coppel, Tondo Volpini, Sinkewitz, Fuglsang, Brambilla, Stortoni e Hoogerland. Sul San Luca Daniel Martin (Garmin Transitions) è il primo a scattare e in testa rimangono in tre: Gesink, Scarponi e Martin. Nello sprint finale si impone Gesink, che bissa il successo del 2009, precedendo nell'ordine Daniel Martin e Michele Scarponi. Quarto Kolobnev a 9", poi Nibali a 11". Solo 9° Riccardo Riccò, con un ritardo di 40", che nel finale ha sofferto molto il ritmo degli avversari.
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