1 maggio 1950 - La Fléche Wallonne

Da Charleroi a Liegi, 235 chilometri; è la 14^ edizione della Freccia Vallone. Vigilia con pioggia e freddo, ma il tempo cambia e alla partenza i corridori trovano il sole e una temperatura mite. Il via alle ore 11; duecento iscritti, solo 87 partenti, non parte il belga, campione del mondo, Rik Van Steenbergen. Due le maglie tricolori: quella di Fausto Coppi, campione italiano in carica, e quella del belga Raymond Impanis, che rinuncia alla casacca della sua squadra, la Alcyon-Dunlop, per indossare, bizzarramente, la maglia degli italiani al Tour del 1949. Pronti, via e subito la prima fuga. Se ne vanno due belgi, Breuer e Dillis, eroi per un centinaio di chilometri. Dillis molla, Breuer insiste. Lo raggiungono i francesi Chateau e Forlini. La Bianchi con Carrea, Milano e Keteleer li tiene a tiro, un paio di minuti al massimo. E quando mancano 100 chilometri all'arrivo, si muove Coppi. Approfitta di una rampa, quella di Hautregard, e a uno a uno inghiottisce gli attaccanti. Prima sorpassa Forlini e lo svizzero Metzeger, poi cattura l'italo-belga Cerami, che per somma sfortuna proprio in quel momento fora, infine acciuffa Chateau e Breuer. A questo punto mancano 85 chilometri, e Coppi si muove ancora. Approfitta di un'altra rampa, quella di Malchamps, ed è imprendibile. Lui vola, gli altri atterrano: a due minuti sulla successiva rampa di Ovifat, a quasi quattro su quella della Barraque Michel, a 5'05" al traguardo di Liegi. Secondo arriva Impanis e a seguire sono tutti belgi fino all'undicesima posizione. Al traguardo c'è il popolo del ciclismo, e tanti italiani, facce da emigranti, da operai, da minatori. Coppi ha dominato, ha giocato con gli avversari piantandoli come e quando ha voluto, ha fatto l'impresa ottenendo la trentatreesima vittoria per distacco in carriera.
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