Alfonsina Morini Strada

Alfonsina Morini - Strada era il cognome del primo marito - nacque a Riolo di Castelfranco Emilia, in provincia di Modena, nel 1891 in una famiglia di contadini. Vera e propria antesignana del ciclismo femminile, cominciò a competere giovanissima con gli uomini nelle corse locali sollevando la curiosità del pubblico. Naturalmente la famiglia era assolutamente contraria e, dopo non molte esibizioni, le impose di smettere. Genitori e parenti tutti tirarono un grosso sospiro di sollievo quando, nel 1915, l'Alfonsina sposò il cesellatore Luigi Strada. Il sospiro di sollievo dei parenti ebbe la duranta della cerimonia o poco più, infatti lo Strada, uomo moderno e disinibito, donò alla mogliettina una fiammante bicicletta da corsa.
L'anno successivo la coppia si trasferì a Milano e lo Strada divenne l'allenatore della moglie che, probabilmente per gratitudine, si fece sempre chiamare Strada e non Morini. L'Alfonsina prese parte a molte corse assieme agli uomini e, nel 1917 e 1918, riuscì persino a portare a termine due giri di Lombardia, classificandosi una volta ventinovesima e l'altra ventunesima. Nel 1924, Emilio Colombo, direttore della "Gazzetta", la ammise al Giro d'Italia. Dopo avere portato a termine alcune tappe, sia pure con grossi distacchi, ma sempre superando qualche maschietto, nella frazione L'Aquila-Perugia, corsa sotto il diluvio, giunse fuori tempo massimo e quindi, a norma di regolamento, fu esclusa dalla corsa. Emilio Colombo, un pò intenerito dalla vicenda e molto sensibile alle copie in più della rosea che la curiosità per le imprese dell'Alfonsina faceva vendere, le consentì di seguire la corsa, pagandole di tasca propria vitto, alloggio ed assistenza. Quel Giro, che aveva visto alla partenza novanta corridori fu concluso da ventinove, anzi ventinove più l'Alfonsina. Sulle ali della notorietà sfruttò il momento magico e si esibì in circhi, teatri e sfide. Dopo un periodo di inattività, nel 1937, a Parigi, battè la campionessa francese Robin e l'anno dopo, a ben quarantasette anni, stabilì a Longchamp il Record dell'ora femminile con 35,280 chilometri. Nel 1950, rimasta vedova, Alfonsina sposò Carlo Messori, ottimo pistard di inizio secolo. Con il secondo marito aprì a Milano un negozio di biciclette con relativa officina riparazioni. Continuò comunque ad usare la bicicletta, anche se per i trasferimenti più impegnativi si comperò una Guzzi 500 cc. Rimase vedova per la seconda volta ma continuò a gestire da sola il negozio, ad andare in bicicletta e a seguire le corse ciclistiche a bordo della sua Guzzi.
Nel 1959, una domenica di settembre, l'Alfonsina a bordo della sua Guzzi andò a vedere la "Tre Valli Varesine" e tornò a sera tutta contenta: aveva vinto Dino Bruni, emiliano come lei. Fermò la Guzzi sotto casa per scambiare quattro chiacchiere con qualche conoscente, poi decise di portare la moto in negozio. La vecchia 500 rossa non ne voleva sapere di avviarsi. L'Alfonsina si mise a pigiare con vigore sul pedale d'avviamento. Come si permetteva quel vecchio rottame di non partire? Ah, è sempre meglio la bicicletta! Improvvisamente, dopo l'ennesimo tentativo, cadde riversa sulla moto. Una crisi cardiaca aveva stroncato l'unica donna ad aver corso il Giro d'Italia.
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