20 marzo 1993 - Milano-Sanremo

L'avvio è lento e la corsa viene ravvivata da Mario Chiesa, corridore della Carrera. Il gregario di Chiappucci esce a Tortona e sul Turchino ha 7'15", ma a Varazze viene raggiunto da Bruno Cenghialta e dallo svizzero Rolf Jaermann e poco dopo si ritira. I due invece insistono, anche se perdono progressivamente terreno: 4' sul Mele e 2'20" a Capo Cervo, l'esito è scontato. Sul Berta gruppo compatto guidato da Bontempi, poi in discesa se ne va lo statunitense Lance Armstrong, un osservato speciale che è ripreso poco dopo. La scrematura però c'è stata, in avanti restano solo una trentina: sono tagliati fuori Chiappucci, Kelly, Argentin, Fignon ed Indurain. Sul Poggio scatta lo spagnolo Inaki Gaston con a ruota Fondriest che lo salta via in contropiede. Gran fiondata su quello che è ormai diventato il "Trampolino di lancio". Dopo che anche il campione del mondo Bugno si è arreso, a 10" passano il danese Sorensen, il francese Laurent Jalabert, l'"inglese" Maximilian Sciandri, Ballerini, Giorgio Furlan e Luca Gelfi. E senza patemi il trentino trionfa nel giorno più bello della sua vita: alle tre del mattino era nata Maria Vittoria, ma lui lo aveva saputo appena sveglio. La stoccata gli è riuscita perfettamente ed è stata per gli avversari una sentenza senza appello... un assalto che in passato aveva già saggiato recuperando spazio a Fignon e perdendo soltanto per ingenuità e inesperienza. Secondo è Gelfi a 4", terzo Sciandri a 9" che regola il gruppo. Annotazioni per gli amanti dei numeri e delle statistiche: tre italiani sul podio non si vedevano dal 1950 (Bartali, Logli e Conte); i chilometri totali sono stati 297, tre in più del previsto perché a Spotorno Vincenzo Torriani ha fatto entrare la carovana in austostrada facendola tornare sull'Aurelia dopo Finale Ligure, evitando così, proprio a Finale, la protesta dei lavoratori della Piaggio, che sarebbe potuta sfociare in incidenti o in un blocco della corsa.
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