17 marzo 1990 - Milano-Sanremo

Inizia la corsa e il consiglio è di ripararsi dal vento contrario. Sull'ampia e scoperta strada che costeggia il Naviglio si formano "ventagli" e poco prima della Certosa di Pavia in uno si contano 34 corridori, nell'altro, leggermente staccato, 88. Dopo aver superato il Po, i due gruppi si riuniscono con un vantaggio di quasi 2' sul resto del plotone: all'avanguardia ci sono i migliori italiani (Fondriest, Argentin, Saronni e Gianni Bugno), il francese Gilles Delion, il danese Rolf Sorensen, il messicano Alcala e Golz; tra gli inseguitori Fignon, l'iridato Lemond e Kelly. "Avanti tutta" è l'ordine delle ammiraglie agli uomini davanti e la spaccatura si fa sempre più netta. Sul Turchino, dove passa Galleschi sullo spagnolo Eduardo Chozas e Marco Saligari, il margine sale a 2'31". La picchiata verso Voltri scava addirittura un baratro tanto che avanzando sulle strade della Riviera gli inseguitori, ormai a 14', desistono con un ritiro in massa. C'è il sole e il vento ora soffia alle spalle dei corridori. A Imperia scatta Angel Canzonieri. Gli risponde Bugno che al bivio della Cipressa prende il largo con facilità. Il gruppo si frantuma e all'inseguimento si lanciano Golz, il danese Jesper Skibby, i francesi Delion e Jean-Claude Colotti, Fondriest e Argentin che in cima sono a 18" e rosicchiano ancora sei secondi nel tratto che arriva a Santo Stefano a Mare. Sul Poggio parte Delion, Fondriest lo blocca. È Golz allora a mettersi a caccia di Bugno che non perde la testa quando il tedesco gli arriva a cento metri e affronta con tranquillità l'ultimo chilometro. Così il ciclismo italiano torna al successo sei anni dopo Moser e Bugno fissa la media record, 45,806 kmh. Golz è ottimo secondo.
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