19 marzo 1988 - Milano-Sanremo

Si parte e nella nebbia primaverile, circa al ponte di Mezzana Po, un neoprofessionista danese, John Carlsen, esce dal gruppo trascinandosi Cavallo (specializzato in fughe iniziali), Alberto Elli e l'olandese Henri Manders. L'accordo c'è: dopo 102 chilometri il ritardo del gruppo sfiora i 19'. Sul Turchino primo è Elli, il plotone è a 13', vantaggio che andrà via via scemando sulle strade della Riviera. A Capo Mele Carlsen lascia i compagni, ma il grosso rinviene e a metà Cipressa finisce anche il momento di gloria del danese, durato 240 chilometri. Vanno allora al comando i francesi Bruno Cornillet e Thierry Marie con Enrico Galleschi. ma i tre cadono in discesa e Marie dovrà essere ricoverato in ospedale, come Daniele Asti e Franco Ballerini, anche loro "segnati" dai voli. La sfortuna perseguita anche Argentin: pure lui cade, insegue, ma al bivio del Poggio, ormai tagliato fuori, si ritira. Sulla salita conclusiva davanti si portano l'irlandese Kelly, gli olandesi Rooks e Adri Van der Poel, lo svizzero Maechler, Fabio Roscioli, Giuseppe Calcaterra e Fignon, occhialuto 27enne parigino, già compagno di squadra di Hinault e poi suo fiero rivale. Rinviene anche Maurizio Fondriest, alla seconda stagione tra i professionisti, ma proprio nel momento in cui il 23enne trentino si accoda ai primi, il biondo francese con il codino scatta sul falsopiano prima dello strappetto conclusivo. Fondriest non se lo lascia sfuggire, prende anzi l'iniziativa in discesa e nel tratto finale quando è necessario difendere poche decine di metri di vantaggio. Fignon ringrazia e il testa a testa conclusivo è altamente coinvolgente: l'italiano lancia uno sprint lunghissimo con la convinzione di avere in pugno il rivale. Che, invece, alla distanza esplode tutta la sua potenza e vince a braccia alzate.
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