17 marzo 1984 - Milano-Sanremo

Alla partenza ci sono nuvoloni che non promettono nulla di buono. A Pozzolo Formigaro, a 92 chilometri dal via, Elio Festa firma la prima fuga di giornata e sul Turchino, dove imperversa una bufera con vento e nevischio, il romagnolo ha un vantaggio di 4'55" sull'australiano Phil Anderson. Alle loro spalle, a poco dalla vetta, c'è una caduta generale che coinvolge, in un groviglio di biciclette, molti corridori. Sono tanti in ritardo, da Laurent Fignon (vincitore del Tour 1983) a Battaglin, a Hinault che decide di ritirarsi (la "Sanremo" è decisamente jellata per il bretone), a Moser che è costretto addirittura ad attraversare i campi inzuppati perché la strada è ostruita. Il trentino recupera e con una spericolata discesa su Voltri si mette nella scia del gruppo. Proprio in quel momento, però, davanti s'accende a bagarre promossa soprattutto da Roberto Visentini e dallo svizzero Urs Freuler, il che costringe Moser a una fatica supplementare di 12 chilometri, mentre, all'avanguardia, Anderson raggiunge e lascia sul posto Festa. Siamo ad Arenzano. Moser, allora, si mette in testa al gruppo, se la vede ancora brutta sul Berta (finisce in una cunetta, per non cadere si appoggia a un muretto) e a metà Cipressa raggiunge Anderson. In vista del Poggio tenta il norvegese Ole Christian Silseth e poi, sulla salita, è la volta del francese Marc Madiot, dell'irlandese Stephen Roche e dell'inglese Robert Millar. Malgrado abbia speso molto, Moser dimostra di essere in condizione straordinaria: piomba sui tre e si lancia nella discesa. L'unico che cerca di ostacolare quella furia è Alfredo Chinetti, il quale poi desiste. E lo scatenato Moser va a conquistare un trionfo fortemente cercato, a soli due mesi dai fantastici record dell'ora stabiliti a Città di Messico. Urla la sua gioia mentre taglia il traguardo e poi riceve i complimenti di Saronni. Rispetto al 1983 si sono invertiti i ruoli, ed è bello vedere i due big del nostro ciclismo finalmente felici e non "l'un contro l'altro armati". Dopo undici tentativi, il trentino centra l'obiettivo e scatena un entusiasmo che non si vedeva da tempo.
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