19 marzo 1975 - Milano-Sanremo

I giornali hanno, più o meno tutti, lo stesso titolo. Il "Corriere della Sera" per esempio: "Merckx: Oggi vinco io". Il sommario dell'articolo è ugualmente esplicito: "L'asso belga, che si è già imposto in cinque edizioni e che è stato assente nelle ultime due, spiega come attaccherà". Più chiari di così... Il via viene dato da Adriano Rodoni e dallo scultore bolognese Luciano Minguzzi. C'è un gran vento che disturba i corridori e rende ancor più dura la fatica e presto il gruppone si spezza. A Novi Ligure, dopo una volata a premio, si trovano in avanti Pella, Bitossi, Frans Van Looy e Francesco Moser. Merckx, accortosi che Gimondi e Giovanbattista Baronchelli, sono indietro mette alla frusta i gregari Huysmans, Bruyère e Spruyt. A dar man forte arrivano anche il francese Cyrille Guimard e lo spagnolo José Manuel Lasa, Boifava, Giancarlo Polidori, Luciano Rossignoli, oltre al "solito" plotone dei belgi, De Vlaeminck, Maertens, Van Sweevelt, Verbeeck, Van Linden, Godefroot, André Dierickx e Ludo Peters. Dietro, quelli rimasti sorpresi dalla violenta azione, faticano con il distacco che oscilla sempre attorno al minuto. Soltanto Zilioli ce la fa a rientrare sui primi giù sul Turchino. Una volta al mare le cose, dal punto di vista meteorologico, peggiorano, perché il fortissimo maestrale flagella i corridori. Merckx e i suoi si danno una calmata e così Baronchelli e gli altri inseguitori si ricongiungono ad Albisola. Da qui si susseguono scatti tenuti sempre sotto controllo da Merckx, che lascia sfogare prima Bruyère e poi Giuseppe Perletto, gli olandesi Hennie Kuiper e Gerrie Knetemann, il francese Raymond Delisle, De Geest e l'altro belga Alex Van Linden. Perletto attacca per primo il Poggio con alla ruota Baronchelli, ma in cima passano Costantino Conti, Bruyère e il francese Guy Sibille, a loro volta inseguiti da Moser e Merckx. Il trentino, asso della discesa, raggiunge i battistrada a meno di due chilometri dal traguardo, ma su di loro piomba anche Merckx. Il campione del mondo (a Montreal ha conquistato la terza maglia iridata) parte ancora da lontano, dopo aver lanciato il fido Bruyère, subito "stoppato" da Moser, e guadagna quattro macchine. Moser gli rientra all'interno, ma deve accontentarsi di un onorevole secondo posto. Il re è tornato. Le incredibili sei vittorie di Girardengo sono state eguagliate, si volta pagina. Subito il fiammingo si pone un altro traguardo: diventare l'unico mito della corsa.
©2002-2023 Museo del Ciclismo Associazione Culturale ONLUS - C.F.94259220484 - info@museociclismo.it - Tutti i diritti riservati

I dati inseriti in archivio sono il risultato di una ricerca bibliografica e storiografica di Paolo Mannini (curatore dell'Archivio). Le fonti utilizzate sono svariate (giornali, libri, enciclopedie, siti internet, archivi digitali e frequentazioni sui vari Forum inerenti il ciclismo). Chiunque desideri contribuire alla raccolta dei dati, aggiunta di materiale da pubblicare o alla correzione di errori può farlo mettendosi in contatto con Paolo Mannini o con la Redazione.

Preferenze Cookies - Privacy Policy