19 marzo 1971 - Milano-Sanremo

Un lutto si è abbattuto sul ciclismo: in dicembre è morto per male incurabile, a soli 37 anni, Leandro Faggin. Lo ricorda, la carovana della "Sanremo". Si parte - assente per infortunio Dancelli, vincitore del 1970 - in una giornata fredda, che rimane tale anche dopo il Turchino, dove è primo Huysmans davanti al connazionale Merckx, sempre più "cannibale". In Riviera pioggia, vento e mareggiate e i ritiri non si contano più. Davanti sono Ballini, Marcello Soldi e Joseph Bruyère, compagno di Merckx: hanno 50" sul gruppo che si è ridotto a una cinquantina di unità. A Ceriale scatta Gimondi su cui balza Joseph Spruyt, anche lui della Molteni, la nuova squadra di Merckx; raggiungono presto l'avanguardia, ma è solo Gimondi a tirare. Il vantaggio del quartetto - Soldi si è perso sul Mele - sfiora ora i due minuti. A questo punto, pur francobollato da Motta, Eddy diventa irresistibile. A loro si aggiunge lo svedese Gosta Petterson e i tre raggiungono la testa. Così in sette attaccano il Poggio, dove Gimondi riaccende la miccia: prende una decina di metri, ma Bruyère copre il vuoto trascinandosi Merckx, che fa partire un micidiale contropiede: in cima ha 10" su Gimondi, Petterson, Bruyère e Ballini, 20" su Motta e Spruyt. Così Merckx vince la quarta "Sanremo", raggiungendo Bartali nell'albo d'oro. Piccolo record della "Sanremo" moderna: La corsa ha contato 172 corridori alla partenza e ne visti restituiti solo 47 all'arrivo. Bisogna tornare al 1947 per ritrovare una falcidia eguale.
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