18 marzo 1967 - Milano-Sanremo

Parte la "Sanremo" numero 58 e fatti pochi chilometri il giovane campione belga Merckx, con l'autorità di un veterano, comincia a dirigere l'orchestra, facendo capire in pratica che "qui comando io". Assieme all'iniziatore dell'azione, lo svizzero Dario Da Rugna, a Carmine Preziosi, a Lelangue e a Denson, il belga manda avanti un suo compagno di squadra: Tom Simpson, uno che nel 1965 è diventato campione del mondo e ha trionfato nel "Lombardia", uno che la "Sanremo" la conosce a perfezione e che l'ha vinta nel 1964. I cinque, a Ovada, sfiorano i 6' di vantaggio. Sul Turchino cede Lelangue e qualcuno, dietro, comincia a preoccuparsi e mette alla frusta la propria squadra. Se ne vanno energie preziose. Merckx, sornione, sta alla finestra e a Pietra Ligure ha fine l'avventura dei battistrada, durata circa 200 chilometri. Seguono i tentativi di Dancelli prima e di Zilioli a Capo Mele, poi è lo stesso Merckx che sul Berta passa per primo precedendo Poulidor. Nella discesa soltanto Motta, però, riesce a stargli a ruota. Il colpo è riuscito. Ben presto i due prendono un margine di sicurezza, trenta secondi. C'è il Poggio e il vantaggio scende a 15" sul belga Georges Van Coningsloo, che precede di un centinaio di metri gli altri. In cima Merckx e Motta nell'ordine, mentre Adorni esce dal gruppo ma è sfortunato: in discesa rompe tre raggi. Mancano due chilometri e alle spalle dei due rinvengono Gimondi e Bitossi. Merckx, furbacchione, come sente il loro fiato sul collo, rallenta in cerca di energie per lo sprint. La resa dei conti tra il belga e i tre italiani comincia con uno scatto di Gimondi che spende quel poco rimastogli e presto desiste. Ora è Bitossi a muoversi, praticamente assieme a Motta che pare farcela. Ma ancora una volta, con un guizzo che non perdona, passa Merckx. Il suo è un bis clamoroso, con media record (44,805 all'ora), concellando quella fissata dal suo "gregario" Simpson (43,268). Van Coningsloo si aggiudica lo sprint del gruppo su Dino Zandegù, mentre una spettacolare caduta, fortunatamente senza gravi conseguenze, coinvolge tra gli altri Poulidor, Janssen, Wolfshohl ed Aimar.
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