19 marzo 1956 - Milano-Sanremo

Freddo, vento e pioggia sono i compagni della carovana, che comincia l'avventura a velocità forsennata. A Ovada la media è di 43,300 e in testa ci sono gli undici protagonisti di una fuga iniziata a Binasco. Sul Turchino la media scende a 41,190, in vetta primo è Pierino Baffi e la puntata in avanti del compagno di Magni si conclude ad Arenzano mentre, alla Colletta, se ne vanno Mino De Rossi, Van Steenbergen e l'inglese Brian Robinson, che a Savona (media 40,850) hanno ancora più di un minuto sul gruppo. La loro iniziativa si spegne verso Albenga dove evadono il belga Henri "Rik" Van Looy ed Eugenio Bertoglio, inseguiti da Gianneschi (che ben presto cede), Minardi e il francese André Darrigade, luogotenente di Anquetil alla Bianchi, che prima dei Capi acciuffano la coppia di testa. Sul Cervo sprinta Darrigade, ma in discesa è ripreso mentre alle spalle del quartetto piombano l'altro belga Alfred De Bruyne e Guido Boni che, sullo slancio, piantano in asso i quattro. L'ammiraglia della Nivea-Fuchs cerca invano di avvicinare l'italiano per raccomandargli di non tirare: dietro, Magni è a 1'30" ma comincia a carburare. Boni invece non si risparmia ma sulle rampe del Berta De Bruyne lo molla: in vetta il belga ha 7" di vantaggio, 25" sul francese Valentin Huot, suo compagno alla Mercier, e 35" sul connazionale Joseph Planckaert. Gli ultimi 32 chilometri sono un incubo per il belga che teme di essere ripreso come al "Lombardia" dell'anno prima. Invece stavolta il colpo riesce. A 46" Magni regola Plankaert mentre il primo gruppo è a 1'51".
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