Gilberto Simoni: la prima vittoria da professionista

(29 aprile 1997) - Gazzetta dello Sport

Torna alla ribalta un giovane che aveva impressionato tra i minori. Sboccia Simoni fiore del Trentino. Sotto gli occhi del cugino e futuro zio Moser conquista la sua prima corsa da professionista Simoni è andato a bersaglio alla terza stagione tra i "pro". Nel '93 aveva vinto Giro baby e il tricolore dei dilettanti, "e batteva anche Pantani", ricorda Moser .

L'abbraccio con Nino Marconi, l'ex meccanico di Moser che l'ha portato nel ciclismo a 14 anni; il bacio con la fidanzata Arianna, figlia di Anna, una delle sorelle di Moser; le parole di incoraggiamento del grande campione trentino, suo cugino di secondo grado, che l'ha visto crescere a Palu' di Giovo. Gilberto Simoni, dopo tre anni e mezzo, e' tornato sul podio per stappare lo spumante del vincitore. L'ultimo successo in una gara per dilettanti in Friuli a fine 1993. Ieri il trentino, 25 anni, ha vinto davanti alla sua gente la prima gara da professionista. Ad Arco è sbocciato il nuovo Simoni. Ma 10 km prima, sullo strappo di Nago dove si è decisa la corsa, quel ragazzo mai convinto di se stesso era ancora titubante. "Mi sentivo vuoto. Poi è partito Simeoni, che ha ripreso Fincato, e ho provato a stargli dietro. "Io non ho mai vinto, non ho mai fatto un decimo posto, ma dove vado?": questo pensavo. Invece ho forzato e gli altri non rispondevano. Cosi' ho tirato dritto. Ho ripreso Simeoni, siamo passati in cima al Gpm con 12", mancavano 7 km. E continuavo a pensare: "Ora ci vengono a prendere e ci passano". Invece ho vinto. E' arrivato tutto in un colpo solo che neanche ci credo. Mi sono sentito diverso, sentivo la voglia di vincere". Il trentino, che da questa stagione corre con la MG - Technogym di Giancarlo Ferretti, ha superato allo sprint il laziale Filippo Simeoni, compagno di squadra di Chiappucci e Zaina all'Asics, con cui duellava in salita già nei dilettanti; poi a 3" il francese Gaumont, vincitore della Gand - Wevelgem, ha regolato un drappello di nove fuggitivi, tra cui Gianni Bugno e Luc Leblanc. Il francese del Team Polti era nel plotone degli inseguitori, a una ventina di secondi, e si e' riportato sul gruppo di Bugno con un'azione sul Nago in risposta a un allungo di Petito e Tonkov. Li ha sorpassati ed e' stato l'unico a rientrare: segno di ottima salute. Proprio Bugno aveva dato l'avvio alla fuga dopo 103 km, a Ponte Arche. Sul monzese si sono portati Simeoni, Peschel, Di Silvestro, Miceli, Kasputis, Bessy, Crepaldi, Pellicioli, Barbagli, Zatti e per ultimo Simoni. I dodici hanno avuto 1'15" sul Gpm di Passo Ballino, a 60 km dal traguardo: il vantaggio e' sceso sotto il minuto nel circuito di Riva del Garda, 17 km da ripetere tre volte, ma i dodici non sono stati ripresi, se non da Gaumont, Bettini, Fincato e Roscioli a meno 20 km. "All'ultimo giro la gamba era buona e la volata me la sarei giocata. Sullo strappo di Nago non siamo pero' stati pronti a rispondere" ha detto Bugno. Simoni e Simeoni hanno insistito. "Non era mica facile per loro, dietro andavano a sessanta all'ora. Io aspettavo Gilberto da tre anni, e quella di oggi (ieri per chi legge, nd.r.) e' stata una vittoria inaspettata per me. Adesso voglio vederlo domani, sul suo terreno, la salita. Da dilettante batteva anche Pantani" ha spiegato un Moser entusiasta. "Io non sono veloce pero' mi sono sentito forte. Simeoni e' partito ai 250 metri, l'ho rimontato ai 150 e ho vinto: e' una cosa grande, grande". Da dilettante, nel '93, Simoni aveva vinto Giro baby e tricolore. Poi il buio nei professionisti. "Tranne il terzo posto nella tappa del Ciocco al Giro d'Italia '95, non mi sono mai fatto vedere". I problemi familiari, le continue infiammazioni alle tonsille che ne limitavano il rendimento, l'operazione per toglierle a fine '95: non sono stati momenti facili per Gilberto, che l'anno scorso aveva chiesto alla sua squadra di sospendergli lo stipendio perche' non correva e voleva curarsi. "Anche a casa era difficile sopportarmi: adesso ho vinto, e so quanto vale una vittoria quando non arriva". Oggi la verifica sul tappone con Sella e San Pellegrino, che chiama alla prova anche Pantani, Tonkov, Zaina, Pellicioli (ieri brillante), Gotti. "Quella salita l'ho fatta per la prima volta a 12 anni, con gli amici. Partii da casa alle sei e mezzo di mattina, ritornammo alle dieci e mezzo di sera. Era il giorno della vittoria di Francesco Moser al Giro nel 1984".
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