Fabiano Fontanelli, Insegnante e allievo

Rivista Tuttobici Numero 9 - Anno 2008

Fabiano Fontanelli,
Insegnante e allievo

di Gino Sala

Eccomi a tu per tu, per così dire, con un personaggio che ben conosce il ciclismo di oggi essendo stato un professionista dal 1989 al 2003. Si tratta di Fabiano Fontanelli, nato a Faenza il 24 aprile del 1965, trentasette vittorie tra le quali figuraano quattro tappe del Giro d'Italia.
Uno stato di servizio più che dignitoso, cui ha fatto seguito l'ingresso come direttore sportivo nella CSF-Navigare governata da quel volpone che risponde ai connotati di Bruno Reverberi.

Nelle vesti di pedalatore, Fabiano ha un solo rimpianto, quello di non contare una classica tra i suoi numerosi successi. Passista veloce, la sua qualifica, una bella casa costruita con i soldi ricavati dall'attività agonistica, sposato e padre di un figlio tredicenne che milita nella categoria Esordienti. Ammiratore di Miguel Indurain, spagnolo che si è aggiudicato due Giri d'Italia e cinque Tour de France.

Una giornata indimenticabile quella dell'estate '98, quando in compagnia di Marco Pantani e degli altri compagni di squadra, Fabiano fece il giro d'onore sui Campi Elisi. Il suo capitano aveva vinto il Tour de France e quel ricordo è ancora vivo e vibrante nella memoria di Fontanelli. «Impossibile dimenticare gli applausi della folla e il volto radioso di Marco, che purtroppo non è più con noi...».
Una pausa, quasi un silenzio quando il vecchio cronista pone altre domande. L'uomo di Solarolo ha voltato pagina, è entrato nel ruolo di istruttore e guarda il presente. Penso che potrebbe fornire episodi di vario genere, prendo atto del suo coinvolgimento nella parte che gli è stata affidata.
Fontanelli apre un discorso di attualità, chiede interventi per dare al ciclismo più sostanza e più credibilità. «Il momento è difficile e il caso Sella per noi è stato veramente difficile da affrontare. In generale, però, troppi elementi che militano nella massima categoria non sono all'altezza del compito loro affidato. Troppe squadre, troppe gare e la necessità di rivalorizzare competizioni come il Giro dell'Emilia, il Giro di Romagna, la Milano-Torino. C'è molto da fare per portare ordine nel disordine...».
Eh sì, Fabiano abbraccia gli insegnamenti della famiglia Reverberi che sono quelli di dare allo sport della bicicletta un volto diverso, capace di produrre una bella qualità e di cancellare una brutta quantità. Per questa indispensabile opera devono scomparire quegli istruttori che non sono tali perché mestieranti, legati al carro di chi distrugge. Cambiare, modificare, sta scritto nella parola d'ordine del buon ciclismo, perciò una stretta di mano e un fervido augurio a Fontanelli, a tutti coloro in possesso di idee chiare e costruttive.
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