1 marzo 2008 - Milano-Busseto

Alla partenza 187 atleti, divisi in 26 squadre, che sfilano prima del via sul palco montato in piazza Verdi a Busseto, proprio sotto la statua del maestro. Alle 12,15 il via, con Paolo Bossoni, bussetano doc (che in viale Pallavicino trionfò nel 1997 e l'anno successivo fu secondo), a fare gli onori di casa. La prima ora di gara è condotta a passo turistico (34 km/h la media) e ad approfittarne è Federico Savasi, longilineo passista in maglia Palazzago, che a Chiaravalle, dopo una manciata di chilometri, esce dal gruppo e tutto solo va in cerca di un pò di gloria che il gruppo non gli nega. Sulla prima salita, quella della Vernasca, non succede niente. Per vedere le prime scintille bisogna attendere la salita di Vigoleno; Savasi arranca con il suo metro e novanta, dietro il ravennate Mirko Boschi e l'ucraino Vitaliy Buts masticano con disinvoltura l'asfalto e dopo il tratto di falsopiano attaccano decisi l'ultima asperità, quella che conduce al Castello di Vigoleno, dove è posto il Gpm. Gli ultimi 150 metri sono un vero e proprio muro e, superato Savasi, Buts e Boschi transitano per primi, a pochissimi secondi passa il gruppo, già piuttosto frazionato, con in testa i due beniamini di casa: Luca Dodi e Adriano Malori. La pedalata di Dodi è più sciolta, mentre Malori spinge duro e dà l'impressione di un'azione appesantita. Il giro successivo del circuito di Vigoleno chiarisce meglio le cose: Malori si stacca e con Daniele Ratto insegue. Davanti il ritmo è insostenibile per molti. Precedono tutti Mancuso e Buts, che transitano per primi al Gpm, seguiti da Luca Benedetti, compagno di squadra di Mancuso all'Unidelta. Subito dietro c'è Dodi, poi Federico Rocchetti, della Pagnoncelli come Buts, poi Tedeschi (Feralpi), Giacomin (Filmop), Ceola (Coppi-Gazzera), Cesare Benedetti (Gavardo), Di Luigi (Palazzago) il colombiano Quinterno (Bedogni), Boschi e Margutti (Podenzano). Tredici nomi davanti al castello: come l'anno scorso. La fuga buona nasce qui. Nel gruppo dei ritardatari transitano velocisti importanti, su tutti Guarnieri, ma anche Pirrera e Lasca. La vittoria sembra una questione ristretta. I battistrada entrano a Salsomaggiore, poi Tabiano, con un minuto abbondante di vantaggio sul gruppo. Dietro c'è Malori e gli uomini della Marchiol che tirano come dannati; davanti, anzi lassù, un altro castello, quello di Tabiano appunto. Sulla prima ascesa i fuggitivi non danno scossoni, preferendo procedere di comune accordo senza guastare l'intesa. È al secondo passaggio che la corsa vive un altro momento topico. Dodi, ancora lui, si mette davanti all'inizio per non spostarsi più fino in cima. Tabiano Castello non è una salita durissima, ma merita rispetto. Qui si può fare selezione ed infatti tre si staccano: Quintero, Rocchetti e Tedeschi. In testa rimangono in dieci. Dodi sogna una vittoria nella sua terra, sarebbe il terzo parmense della storia. Il ragazzo di Colorno, un generoso di natura, ci prova una, poi due, tre, quattro volte fra Soragna e Busseto, col vento contrario. Ma niente da fare, qualcuno va sempre a rintuzzare i suoi scatti. Stesso discorso per Boschi e Margutti. Niente da fare, Buts va a chiudere ogni buco, sa di essere il più forte in volata, ma quando parte Mancuso per la seconda volta nessuno risponde. Il messinese di Milazzo è così bravo da meritare la fortuna dell'ultimo scatto e vince la 60° edizione della Milano-Busseto. A due soli secondi la volata dei rammarichi: secondo Buts, che impreca, terzo Cesare Benedetti al fotofinish su Damiano Margutti.
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