Martin Van Geneugden

Classico corridore fiammingo, forte sul passo, veloce, tenace con un particolare fiuto per il traguardo. Precoce e longevo, insomma un gran bel corridore, anche se poco incline a soffrire sulle salite lunghe, mentre si trovava a proprio agio sui muri. Come molti corridori del suo tempo, si cimentò anche in pista con buoni risultati e questo gli giovò anche per migliorarsi come stradista. Vinse il campionato belga su strada dei dilettanti nel 1950 a soli 18 anni. Passò subito fra gli indipendenti e nei soventi incontri coi professionisti, ebbe modo di evidenziare le sue qualità. Notevolissimo il suo successo nella Parigi Valenciennes, colto nel '53, poco prima di conquistarsi un contratto da professionista. Anche se debuttante si capì che poteva fare un buon Tour de France, ed infatti a soli ventun anni, chiuse la Grande Boucle al 34° posto, ma, soprattutto vinse la tappa Caen-Le Mans e giunse secondo in quella di Albì. Nell'anno poi, colse altri tre traguardi minori. Nel '54, un'infinità di piazzamenti ed i successi nel G.P. Houthalen e la quarta tappa del Giro del Delfinato in Francia. Anche nel 1955 e nel 1956 il suo ruolino si mosse sulla stessa falsariga, con un'altra vittoria nel G.P. Hauthalen ('55) e le vittorie nei G.P. di Tongres, Denderleuw, Borgerthout e Zutendaal. Nel 1957 tornò al Tour de France, ma fu costretto all'abbandono nel corso della sesta tappa. Nella stagione vinse la Hoegaarden-Antwerpen-Hoegaarden, il G.P. Tirlemont, il Criterium d'Hanret e si piazzò in diverse classiche. Il 1958 corso con le maglie della romagnola Ghigi, fu il suo anno migliore: vinse il G.P. Fichtel & Sachs, e il Circuito del Belgio Centrale, dominò ad Hasselt e Eisden. Stavolta, al Tour non fu sfortunato e vinse le tappe di Saint Brieuc e Dax, si piazzò in altre e chiuse 27°. Nel '59, sempre con le casacche bianche a bordi giallorossi della Ghigi, dopo aver vinto il G.P. Hoepertingen venne per la prima volta al Giro d'Italia: abbandonò nel corso della ventunesima frazione, ma prima del ritiro fece in tempo a cogliere piazzamenti in quattro tappe. Anche al Tour non andò benissimo, nonostante una marea di piazzamenti. Chiuse 53°. Nel 1960, che corse con la Carpano, tornò di nuovo a ruggire nella Grande Boucle, dove vinse le tappe di Bordeaux e Avignone, superando rispettivamente Graczyk e Darrigade, coi quali aveva spesso duellato negli sprint di tante corse. Non concluse quel Tour, perché fu costretto al ritiro nella diciannovesima tappa. Il suo 1961, s'aprì con una splendida vittoria nel Giro del Limburgo, quindi la solita ragnatela di piazzamenti e di nuovo la vittoria nella settima frazione del Giro di Germania. Tornò al Giro, in maglia Baratti e si piazzò ripetutamente nel corso delle prime frazioni, ma al sesto giorno di gara, si ritirò. Al Tour, colse lo splendido traguardo di Bordeaux e altri piazzamenti. Chiuse al 61° posto. Nel 1962 vinse la "Attraverso il Belgio" ed una tappa dello stesso giro, si impose in tre frazioni del Giro di Germania e in una del Giro della Svizzera Romanda. Abbandonò alla quattordicesima tappa il Giro d'Italia e non partecipò al Tour. Nel '63 vinse la Bruxelles-Nandrin, il Criterium d'Eisden, la terza tappa del Giro di Sardegna e si piazzò tante volte nelle frazioni della Vuelta di Spagna e del Tour de France. A fine anno abbandonò l'attività. Martin Van Geneugden, non avrà nel proprio palmares delle classicissime, ma un corridore che ha vinto sei tappe al Tour, non è stato proprio uno da poco.

Le sue prestazioni al G.P. Tendicollo Universal.
Chiamato a partecipare all'edizione '59, sull'onda dei suoi ripetuti piazzamenti nelle tappe del Giro d'Italia con la maglia della Ghigi, si perse in una prova che gli era poco congeniale. Chiuse nono a 8'18" dal Treno di Forlì Ercole Baldini. Solo l'emiliano Tristano Tinarelli gli giunse dietro.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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