Giovanni (Gino) Cavalcanti

Se si guarda al curriculum di questo ciclista, si potrebbe provare una delusione, ma la realtà è diversa, perché "Gino" Cavalcanti è stato un signor corridore. Uno dei migliori gregari della storia moderna del ciclismo italiano e, forse, con capitani un po' più generosi o meno oppressivi, avrebbe potuto vincere le sue belle corse, anche perché i mezzi non gli mancavano. Certo, era fermo in volata, ma sul passo e in salita, era forte ben di più di quella media che nel gioco delle percentuali può garantire la vittoria. Scelse la strada del gregariato, anche perché era di animo mite e generoso. La sua devozione verso Gimondi, ad esempio, fu qualcosa di esemplare, ed il corridore di Sedrina, ancora oggi, dovrebbe ergere a Cavalcanti un monumento. Da dilettante, "Gino" mostrò il proprio valore mondiale, vincendo in solitudine la tappa sul terribile Puy de Dome al Tour de l'Avenir '67. Passò professionista nel '69, all'interno della "Griss 2000", guidata dal "vicino di casa" Diego Ronchini. Nel suo primo Giro d'Italia, chiuso al 21° posto (4° fra i neoprofessionisti), giunse ottavo nel tappone di Cavalese. Fu un apprendistato positivo, ma a fine anno la formazione chiuse i battenti e "Gino" finì alla Salvarani, dove iniziò la sua carriera di scudiero e, di lì, fino al giorno dell'abbandono dell'attività, prima di se stesso, ha sempre anteposto i capitani. Al Giro d'Italia finì 18° nel '70, 10° nel '71 (quando, abbandonata la Salvarani e indossata la maglia della Filotex, ebbe da Bitossi una certa libertà), 17° nel '72 e '73, 21° nel '74, 16° nel '75, 34° nel '76, 26° nel '77 e 52° nel '78. Al Tour fu 48° nel '75, ma in quell'edizione, nella tappa di Albì, fu autore di una fuga d'altri tempi con l'occhialuto olandese Gerrie Knetemann e, nella volata a due, Cavalcanti, così poco veloce, perse per pochissimi centimetri. Alla Grande Boucle '77, invece, si classificò 38°, ma fu il primo degli italiani. Gino è stato tre volte azzurro ai mondiali. A Mendrisio nel 1971, fu autore di una fuga stupenda con Franco Bitossi e chiuse al 52° posto. A Gap nel '72 chiuse 40° e ad Yvoir, nel '75, prima di ritirarsi, operò un allungo di molti chilometri a media notevole, per imporre una corsa dura e favorire i propri capitani. Come dire: anche in azzurro, il suo lavoro per gli altri, lo ha saputo fare. Chiuse la carriera alla fine della stagione '79, a 36 anni, con ancora il rispetto di tutto l'osservatorio. Un signore. E' rimasto nel ciclismo come massaggiatore.

Le sue prestazioni al G.P. Terme di Castrocaro.
Cavalcanti onorò le sue due partecipazioni alla corsa, come nel suo stile di umile ed onesto corridore, dando una prova di capacità superiori al suo zero in quanto a vittorie nel suo palmares professionistico. Nel 1969, nella sua stagione d'esordio, in una gara dominata da Gimondi, giunse terzo a 5'36", ma davanti a gente come Zilioli, Ritter, Balmamion e l'ancora giovane Ocana. Nel 1973, finì sesto, a 6'36" dal sempre solito dominatore Gimondi.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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