Domenico Mazzanti

Se dovessi definire Domenico Mazzanti in maniera succinta dovrei dire: "un onesto pedalatore". Certo, uno dei tanti che hanno fatto popolare questo sport, così impietoso nell'onestà della sue sofferenze e della tanta fatica che richiede. Un ragazzo che ha capito presto i suoi evidenti limiti e che ha cercato di fare al meglio tutto quello che gli consentiva di mantenersi, decorosamente, nel ruolo di uno che ama il suo sport e la prima sfida che questi gli chiede: quella con se stessi. Domenico ha fatto bene tutto ciò che poteva giocarsi con le proprie forze e per arrivare all'ottimale del suo potenziale, forse, gli è mancato solo un pizzico di fortuna. Nelle categorie minori era un tenace che inseguiva i migliori, ed a volte diversi riusciva a lasciarseli alle spalle. Lo stesso fece per tutta la sua lunga, lunghissima, carriera dilettantistica. Non avendo sprint doveva per forza cercare le fughe e poi piazzarsi. Una continua lotta, fra inseguimenti e difese, per raggiungere la gioia di un piazzamento. Arrivarono anche delle vittorie, una di nota, la Coppa Orlanducci di Napoli. Poi il tentativo disperato, nel 1967, di trovarsi uno spazio fra i professionisti, dapprima come isolato e poi all'interno della Salamini Comet. Nel 1968, il suo anno migliore, ancora una partenza senza un contratto, visto che la Salamini si era sciolta. Arrivarono gli abbinamenti parziali con l'Amaro 18 Isolabella, una formazione svizzera e poi con la GBC, la squadra che gli consentì di poter correre il Giro d'Italia. Concluse la "corsa rosa" al 96° posto, evitando la maglia "nera", grazie alla vittoria, interna a lui, della volontà dei grandi sulle gambe degli umili. Ancora un anno con partenza da isolato nel 1969, poi, ancora la GBC ad offrirgli qualche mese di stipendio. Insomma, tre anni in sincronia con tutto il suo segmento ciclistico di onesto e generoso pedalatore. Un personaggio che, nel silenzio, ha tracciato la sua pagina e verso il quale simpatizzare era spontaneo. Chiuse col ciclismo proprio alla fine del 1969.
Domenico è il padre dell'attuale professionista Massimo.

Le sue prestazioni al G.P. Terme di Castrocaro.
Domenico partecipò alla gara di casa, nella stellare edizione '68. Si difese come ha sempre fatto in tutta la sua carriera, giungendo 9° a 13'54" da Gimondi. Si lasciò alle spalle l'amico Destro e il faentino Laghi.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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