Costante Girardengo, il primo "Campionissimo"...

Con questo atleta, tanto piccolo quanto di "ferro", incontriamo il primo grande campione italiano di ciclismo, per lo meno nei significati moderni che si danno al termine campione. Costante aveva tutto per meritarsi l'elevazione degli aggettivi. Fu l'applaudito, l'amato, l'idolatrato degli anni successivi alla prima guerra mondiale. Nato a Novi Ligure il 18 marzo 1893, Girardengo esordì tra i professionisti a 19 anni, nel 1912, d'autorità, per essersi piazzato secondo al Giro di Toscana pur essendo dilettante da poco più di un anno.
Di lì aprì le porte alla sua leggenda, fino a divenire da subito "l'omino di Novi" per la sua statura, ed in seguito il "campionissimo", termine sul quale, oltre trent'anni dopo, si legheranno con fascino antropologico ancora maggiore le luminose grafie agonistiche e culturali di Fausto Coppi.
Astuto, veloce, buon passista ed egregio scalatore, Costante Girardengo seppe cogliere oltre cento successi sui viali di una carriera infinita lunga ben 24 anni. La sua notorietà raggiunse livelli di vera eccezionalità per gli echi dei non certo tanti media del suo tempo.
Anche quando, ormai giunto sul viale del tramonto, dovette subire cocenti sconfitte dal più giovane e diretto avversario, Alfredo Binda, sentì sempre attorno a sé il calore di un pubblico che mai l'abbandonò. Un affetto che Girardengo si era ben meritato, lottando con generosità e determinazione in tante battaglie. La sua completezza gli consentì di possedere numerose variabili nella ricerca del successo e quando la forza e la grinta non erano sufficienti, il primo campionissimo del nostro ciclismo, sapeva togliere dal suo virtuoso cilindro una furbizia incomparabile.
Primeggiò praticamente in tutte le classiche italiane, a cominciare dalla Milano-Sanremo dove conquistò sei vittorie, ed una settima (che l'avrebbe equiparato a Merckx), quella del 1915, che gli fu tolta perché il furbo "Omino di Novi" trovò il modo di "accorciare" il percorso. Di primaria nota, anche i suoi tre successi nel Giro di Lombardia, le cinque vittorie nella Milano-Torino, i suoi nove (!) trionfi nel Campionato Italiano, i cinque nel Giro dell'Emilia, i quattro nel Giro del Veneto, i tre nel Giro del Piemonte, i due nel Giro di Toscana e gli altrettanti in quello di Romagna.
Vinse il Giro d'Italia nel 1919 e '23, ed a questi successi aggiunse la vittoria in ben trenta tappe. In occasione del suo secondo trionfo al Giro, nel 1923, sulle dieci frazioni della corsa, ne vinse otto! Un primato che ha resistito per oltre ottanta anni e gli è stato tolto, nel nuovo millennio, da Alessandro Petacchi.
All'estero, forse anche perché vi andò di rado, Costante Girardengo non colse gli allori che il suo pubblico si aspettava. Tuttavia, nel 1922, vinse il prestigioso Giro del Lemano e, nel 1924, si affermò nel Gran Premio Wolber, a quei tempi considerato il campionato mondiale ufficioso. Nell'occasione, sullo stupendo scenario del Parco dei Principi, a Parigi, mise in fila Henri Pélissier, beniamino di Francia e il campione belga, Felix Collier. Quanto basta perché il suo nome fosse conosciuto dai tifosi d'oltralpe e dai critici stranieri. Partecipò ad un solo Tour de France, nel 1914, alla tenera età di 21 anni. Finì quarto nella prima tappa conclusasi a Le Havre, ma due giorni dopo si ritirò.
Si comportò meglio nel primo campionato mondiale, corsosi nel 1927 ad Adenau, sul celeberrimo circuito del Nurburgring. Qui, Costante, già trentaquattrenne, si piegò al solo Binda. Fu una giornata che non ha pari nella storia ciclistica iridata, in quanto i primi cinque furono tutti italiani: dietro Binda e Girardengo, finirono infatti, Piemontesi, Belloni e Orecchia. La grande resistenza sportiva dell'Omino di Novi continuò ad allungarsi con sempre evidenti segni vincenti fino al 1935, quando, dopo anni di militanza anche su pista, riuscì, a quasi quarantatrè primavere, a vincere la Arsoli-Roma, tappa del Giro delle 4 Province. Un risultato che dimostrava la rara grandezza di quel minuscolo atleta dalle gambe di ferro.
Cessata l'attività, divenne industriale di biciclette e salì in ammiraglia. Come Commissario Tecnico azzurro guidò Bartali al successo al Tour de France 1938. Diresse, inoltre, proprie squadre professionistiche di buon livello. Nelle sue formazioni hanno corso grandi corridori, su tutti, Rik Van Steembergen. Costante Girardengo s'è spento nella natia Novi Ligure, il nove febbraio 1978, ad 85 anni.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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