Cesare Pinarello

Nato a Treviso il 5 ottobre 1932, consumò interamente la sua carriera su quei velodromi che, ai suoi tempi, esibivano dei veri e propri fenomeni, capaci di richiamare folle calcistiche. Cesare era un velocista, piccolino e compatto come tanti di quella epoca, ma con una potenza superiore ai più. Proprio per questa sua caratteristica fu avviato alla posizione motore del tandem, quella posteriore. Con Antonio Maspes come pilota, giunse alla Medaglia di Bronzo alle Olimpiadi di Helsinki nel 1952. Nel 1953, vinse il tricolore della velocità, ma fu battuto nella finalissima ai campionati mondiali di Zurigo dal colosso Marino Morettini. Nel '55 rivinse il tricolore della velocità e alle Olimpiadi di Melbourne '56, in coppia con Giuseppe Ogna, riconquistò la Medaglia di Bronzo nel tandem.
Passato professionista nel '57 in seno all'Ignis, rimase fra i migliori della più grande generazione di velocisti che l'Italia abbia mai avuto, fino alla chiusura della carriera, avvenuta nel '68, con la maglia dell'Amaro 18 Isolabella. Che dire: per un'Italia che in contemporanea poteva vantare velocisti (fra dilettanti e professionisti), come Maspes, Gaiardoni, Gasparella, Pesenti, Sacchi, Lombardi, Ogna, Bianchetto, Beghetto, Pettenella, Damiano e lo stesso Pinarello, non era facile per nessuno vincere, mentre era da urlo lo spettacolo per il pubblico. Un'epoca irripetibile, che dona ancora brividi al solo pensare che su quei velodromi, oggi dimora di topi, un tempo correvano questi assi scudieri del mitico Maspes. Ruote veloci che sono andate alla storia con un palmares più tenue del meritato....per il semplice motivo che erano troppi i divini a dividersi un posto solo.... E questo, Cesare Pinarello, potrà sempre dirlo ai pronipoti fino all'ultimo dei suoi giorni.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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