Luis Ocana Pernia - Storia del terribile Tour '71

Il Tour de France del '71 partiva da Mulhouse il 26 giugno; le continue, schiaccianti vittorie di Eddy Merckx avevano determinato un vero e proprio calmiere che le industrie interessate applicavano con rigore al momento di ingaggiare e stabilire gli stipendi dei corridori. Il malcontento di quest'ultimi era diffuso e fu Geminiani a dire che per cambiare la situazione era indispensabile raggiungere un accordo fra i corridori che avevano più interesse a farlo. Per infondere coraggio a costoro, l'ex campione romagnolo di Clermont Ferrand, rievocava alcuni cedimenti del "cannibale" e concludeva che nemmeno Coppi era sempre imbattibile. Sollecitato a dare spiegazioni su ciò che si sarebbe dovuto fare, il bollente Geminiani disse che le occasioni bisognava crearle, non aspettare che si presentassero. E se Agostinho, che lui dirigeva, Ocana, Pettersson, Motta, Fuente e Zoetemelk avessero corso a turno all'attacco, costringendo la Molteni ad assumere l'inseguimento, se ne sarebbero viste delle belle. Il fatto che Merckx avesse conquistato la maglia gialla il primo giorno, aveva convinto Geminiani della sua vulnerabilità perchè Eddy e i suoi compagni sarebbero stati costretti a correre dietro a tutti.
Che il suo ragionamento fosse logico lo si capì nella tappa Nevers-Puy de Dome. All'attacco di questa salita scattò Delisle e Merckx, alle prese con la catena, rimase indietro e ritornò a fatica. Un tentativo di Thevenet venne annullato da Van Springel e dallo stesso Merckx, dietro ai quali pedalavano Ocana, Motta, Gosta Pettersson, Zoetemelk, Agostinho, Van Impe e Guimard. Mancavano quattro chilometri al culmine, quando Ocana partì in contropiede per cercare la vittoria. Merckx fu il solo a inseguire: stentava molto e venne superato da Zoetemelk e Van Springel. Li riprese soltanto all'ultimo chilometro e arrivo a 15" dallo spagnolo, riuscendo a conservare la maglia gialla. Ocana dichiarò ai giornalisti che il Tour era cominciato in quel momento.
L'8 luglio, a Grenoble, la sera prima della tappa di Orcieres Merlette, circolò la voce secondo la quale Geminiani aveva fatto i piani di una grande offensiva. Si sapeva che Merckx, attaccato nella Clermont Ferrand-Grenoble, si era spremuto per difendersi. "Gem" era perciò convinto che l'offensiva avrebbe avuto successo se fosse stata sferrata in partenza. Le squadre di Ocana e di Merckx (che brontolò per la notte insonne) lasciarono l'albergo di buon mattino allo scopo di fare una trentina di chilometri di riscaldamento, dato che subito dopo il via si doveva affrontare la salita di Laffrey.
A scatenare l'offensiva sulle prime rampe del Laffrey, fu Agostinho, che Geminiani aveva catechizzato a dovere. Ocana entrò subito nella mischia e il gruppo si sbriciolò. Ai due si unirono Van Impe e Zoetemelk. Alle loro spalle, Gosta Pettersson tentò invano di colmare il vuoto, che era di un centinaio di metri; inutile fu anche il tentativo di aggancio fatto da Merck e la sorpresa fu notevole, ma si pensò che essendo il traguardo ancora lontano, la situazione si sarebbe ristabilita. Al comando, Ocana tirava con furore, come se l'esito della sua azione fosse una questione di vita o di morte. Sotto un sole di fuoco, Merckx sudava paurosamente, ma lottava con tutte le sue forze: cercò di organizzare l'inseguimento, ma due soltanto furono i gregari di Eddy che collaborarono subito: Huysmans e Wagtmans. Letort e Vasseur, compagni di squadra di Ocana alla Bic, si misero alla ruota di Merckx, imitati da Thevenet per impedire che qualcuno collaborasse efficacemente con il "cannibale". Lo scatenato Ocana si superò e dopo 77 chilometri di fuga arrivò da solo a Orcieres Merlette con 8'43 di vantaggio su Merckx terzo, secondo Van Impe a 5'52". Ocana in maglia gialla fu festeggiatissimo e si ebbe l'impressione che tutti fossero contenti per la più grave sconfitta subita da Merckx in carriera. Ma Eddy era tutt'altro che rassegnato. Dopo una giornata di riposo, la risposta di Merckx non si fece aspettare; alla partenza da Orcieres Merlette, mentre Ocana era ancora intento a tirare i cinghietti dei fermapiedi, Pinus Wagtamans partì come un fulmine, seguito da Merckx, che aveva ordinato l'attacco, Paolini, Van der Vleuten, Armani, Aimar, Letort. La discesa fu fatta a velocità folle, mentre Ocana tentava disperatamente, ma inutilmente, di accodarsi agli spericolati attaccanti. I primi cinquanta chilometri vennero percorsi in meno di un'ora. Sotto un sole cocente i fuggitivi pedalarono a tutta fino a Marsiglia, dove giunsero tre quarti d'ora prima dell'orario previsto (i 251 chilometri erano stati percorsi a oltre quarantadue di media). Lo sprint venne vinto da Luciano Armani davanti a Merckx e ad Aimar. Bella fu la difesa di Ocana che perse soltanto 2'12", grazie anche alla collaborazione di amici occasionali. Il suo vantaggio su Merckx, secondo in classifica, era adesso di 7'34". Il giorno dopo, nella crono di Albì, Merckx vinse ma con solo 11" su Ocana e protestò sostenendo che lo spagnolo era stato favorito da una vettura del seguito. Si arrivò così ai piedi dei Pirenei con gli animi molto accesi e con Merckx a 7'23" da Ocana.
Che Merckx avesse deciso di andare all'attacco nella tappa di Luchon era noto a tutti. Il caldo afoso faceva boccheggiare tutti, non soltanto i corridori. Le salite più difficili da affrontare erano quelle dei colli del Portet d'Aspet e del Mente, che agli organizzatori del Tour era stato suggerito da Jean Bobet. Ocana, che la zona conosceva bene dato che abitava a Mont de Marsan, aveva deciso di usare una bici più corta di quella solita, allo scopo di trovarsi meglio in salita. Ai piedi del Portet d'Aspet, il cielo si oscurò improvvisamente, le nubi diventarono sempre più nere e si gonfiarono in modo pauroso, mentre Merckx scattò ripetutamente. Ocana riuscì però a rimanere alla sua ruota. Merckx continuò il suo forcing infernale. Al culmine i due erano insieme. Il temporale esplose con una violenza che fece tremare la terra. Per un attimo, sembrò che fosse scesa la notte. Sul Mente l'acqua cadeva a secchi, le auto sbandavano. Come iniziò la discesa Merckx partì, incurante dell'acqua che inondava la strada. Lungo quella discesa che era difficile da percorrere con il bel tempo, il "cannibale" rischiò la vita. Ocana si trovò svantaggiato dalla bicicletta più corta, difficile da guidare. Alcuni corridori si fermarono aggrappandosi alle piante, non era più possibile frenare e molti cercavano di farlo usando i piedi sull'asfalto, invaso dall'acqua e dal fango.
All'uscita da una curva, Ocana sbandò e finì contro un muretto. Ripartì, ma due spettatori lo ostacolarono e finì a terra. I piedi bloccati dai cinturini avvitati ai pedali, Luis non potè muoversi. Mentre cercava di rialzarsi, venne investito da Zoetemelk, poi da Carril e Agostinho. Intanto Merckx proseguiva verso Luchon. Erano le 16.30 quando Ocana venne trasportato in elicottero in una clinica di Saint Gaudens.
Il giorno dopo Merckx non volle indossare la maglia gialla e dichiarò: "non ho il diritto di prendere una cosa che non mi appartiene". Alcuni giorni più tardi Ocana confidò ai giornalisti: "Mi sono sentito morire. Ho pensato a mio padre, a mia moglie, ai miei figli."
Anche Merckx andò a trovare Luis per fargli coraggio e dirgli che un giorno il Tour lo avrebbe vinto sicuramente. E la profezia di Merckx si avverò due anni più tardi.
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