Storia di Marco Menin

Marco Menin nasce a Vicenza il 22 Settembre 1979 e cresce tra le squisitezze del negozio dei genitori, "L'Albero della Cuccagna", e i cortili interni del suo condominio con i ragazzini del quartiere. Grazie al padre Antonio e la sua passione per lo sport, fin da piccolo ha la fortuna di poter praticare molte attività sportive: sci, nuoto, calcio, B.M.X. ed infine ciclismo (su strada e su pista). Il ciclismo segna tutta la sua gioventù. A cinque anni inizia, seguendo le orme del fratello maggiore Nicola, con il B.M.X.. Non sempre vince, ma è comunque spesso sul podio. Crescendo passa al ciclismo su strada e su pista, sempre seguendo le orme del fratello. Nel frattempo, naturalmente frequenta la scuola. La cosa più difficile è conciliare gli allenamenti e le gare con lo studio; quando i suoi compagni studiano lui è in sella alla bici e quando loro passano il tempo libero giocando e divertendosi lui studia! Decide di anticipare la leva militare (presso il centro atleti) a 17 anni interrompendo momentaneamente gli studi, dopo aver comunque già conseguito il diploma di "Operatore Grafico Pubblicitario". Finito il militare riprende gli studi e contemporaneamente nel ciclismo ottiene molti successi. Nel 2000 termina la scuola e si diploma come "Tecnico Grafico Pubblicitario" e a fine stagione agonistica risulta uno dei giovani più promettenti del ciclismo Italiano. L'anno seguente, purtroppo, è una stagione deludente. La squadra scelta è quella sbagliata e pure la preparazione, inoltre, come se non bastasse, appena migliorano i risultati arriva il primo incidente serio della sua carriera, si frattura una clavicola.
Nel 2002 riparte con la voglia di riscatto e dopo una serie di vittorie si ritrova nuovamente con la stessa clavicola fratturata. Ancora una volta questo incidente non lo ferma e dopo due mesi dalla caduta ritorna a vincere e a fine stagione si ritrova con il titolo di campione italiano. Ma neanche questi risultati gli aprono le porte del professionismo. L'inverno passa veloce, con allenamenti mirati e una concentrazione superiore a quella di tutti gli anni precedenti. Il 2003 parte bene; si qualifica per i mondiali su pista, mentre su strada vince e tutto sembra andare per il meglio, ma ad aprile, nelle fasi conclusive di una corsa, mentre prepara l'ennesima volata vincente trova una moto dell'organizzazione che pone fine alla sua carriera di atleta. Cade si spezza un dito e all'ospedale si parla addirittura di amputarlo. Fortunatamente non è così e Marco prova di nuovo a ripartire. Dopo un paio di mesi dall'incidente è nuovamente con la nazionale in preparazione ai mondiali, ma non si sente più quello di prima. Sono momenti difficili, si prende del tempo per pensare, e a malincuore lascia il ciclismo ad agosto del 2003.
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