Storia di Alfredo Martini

Vedette tra i dilettanti è diventato uno dei più apprezzati uomini squadra tra i professionisti anche se per il suo temperamento aggressivo, la sua solidità, il notevole recupero e l'intelligenza tattica è riuscito a trovare l'occasione buona per emergere e prendersi qualche soddisfazione del tutto meritata.
Se le vittorie nel Giro dell'Appennino '47 e il Giro del Piemonte '50 rappresentano le occasioni più significative è doveroso sottolineare come siano state le gare a tappe a dargli reputazione: fu al fianco di Coppi nelle due vittoriose cavalcate nel Tour de France del '49 e '52 e al Giro d'Italia, pur prodigandosi a favore del capitano di turno, ha ottenuto buoni piazzamenti in alcuni dei dodici (nove conclusi) ai quali ha preso parte. E' stato infatti 9° nel '46, 6° nel '47, 10° nel '48, 6° nel '49, 3° nel '50 (dietro Koblet e Bartali) dopo aver vinto la tappa Salsomaggiore-Firenze e aver indossato per un giorno, a Locarno, la maglia rosa. Anche nelle due esibizioni al Giro della Svizzera si è fatto notare: 7° nel '48 e 3° nel '51 dopo Kubler e Koblet, con all'attivo pure la vittoria nella tappa inaugurale ad Aazau. Due importanti posti d'onore, infine, nel Campionato italiano '50 (battuto in volata da Bevilacqua) e nella Parigi-Tours (dopo Dupont) nella prima edizione disputata in autunno. Da dirigente si è fatto apprezzare come direttore sportivo della Ferretti e della Sammontana dal '69 al '74 per assumere dal '75 in poi l'incarico di CT della Nazionale nel quale ha dato prova di rarissime qualità umane e tecniche propiziando oltre che a 6 titoli mondiali (Moser, Saronni, Argentin, Fondriest e due volte Bugno) anche tantissimi piazzamenti (7 medaglie d'argento e 7 di bronzo) nella sua prospera gestione terminata con il mondiale '97 al termine del quale ha lasciato il testimone ad Antonio Fusi. Dal gennaio 1998 è nominato supervisore di tutte le squadre nazionali.
Articolo inviato da: Paolo Mannini (Firenze)
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