Guido Neri, il "colpo" del disoccupato

Rivista Tuttobici Numero: 8 Anno: 2004

Guido Neri, il "colpo" del disoccupato

di Gino Sala

Può capitare anche ad un ottimo gregario di rimanere disoccupato. È capitato a Guido Neri che per diversi anni è stato mio compagno d'avventura e che ricordo come un pedalatore bene armato, serio e scrupoloso. Il Guido Neri di Cesena, anno di nascita il 27 gennaio 1939, elemento completo, ciclisticamente parlando, professionista dal 1962 al 1970, un ragazzo simpatico, educato, sorridente quando ti dava il buongiorno nelle piazze dei raduni. Il Neri che all'inizio della stagione 1964 è senza stipendio a causa dello scioglimento del Gruppo Sportivo San Pellegrino. Erano momenti assai diversi da quelli di oggi. Poche squadre con un massimo di undici tesserati, bilanci contenuti, nessun sperpero, per intenderci. Un'ingiustizia, comunque, vedere il Neri appiedato, ma orgoglioso.

È il 23 febbraio del 1964 quando Guido si presenta al Trofeo Laigueglia con la maglia del Dopolavoro Masone. È la prima edizione della corsa in programma sulle strade della Riviera Ligure di Ponente, corsa che via via otterrà la partecipazione di molti campioni e che nel 2003 ha registrato la quarantesima edizione. Tra i suoi vincitori Bitossi, Dancelli, Zilioli, Merckx, Baronchelli, De Vlaeminck, Maertens, Gavazzi, Saronni, Armstrong, Museeuw, Bartoli, Savoldelli, Nardello, Celestino e Di Luca.
La prima edizione, dicevo, con l'isolato Neri deciso a mettersi in vetrina, talmente deciso da entrare in un sestetto di fuggitivi tra i quali Adorni. Volendo dimostrare il suo valore, Guido attacca con un vigore che lo porta ad ottenere un vantaggio decisivo. Lo rincorrono, gli danno la caccia, ma il romagnolo resiste e in chiusura viene festeggiato come il vincitore solitario con 20" su Bailetti, 41" su Meco, 54" su Carlesi, Minieri, Cribiori, Adorni e Zilioli. Un colpaccio che nessuno si aspettava.

Sono trascorsi trentanove anni, ma nella mente del vecchio cronista che abbracciava il primattore c'è il ricordo del suo commento: «Volevo distinguermi e mi sono preparato alla bisogna. Adesso spero che qualcuno mi dia fiducia. È triste trovarsi nei panni del disoccupato. Non penso di meritare un ruolo del genere...».
La fiducia si faceva avanti nella persona di Giorgio Albani, direttore sportivo della Molteni. E così Neri diventava un solido aiutante di Gianni Motta, uno scudiero generoso, fedele, senza grilli per il capo. Nelle giornate di libertà, quando i capitani non avevano bisogno di lui, Guido andava in cerca di soddisfazioni: tra i primi in due tappe del Giro d'Italia, vincitore finale al Tour de France nella classifica dei traguardi volanti, contentini che avevano il loro significato, dimostrazioni di un gregario sveglio, completo, nel suo esercizio.

Molta acqua è passata sotto i ponti. Non vedo Guido Neri da un bel pò e lo immagino impegnato nel suo negozio di biciclette da corsa, sicuramente indaffarato e premuroso. Nonno due volte, vengo a sapere e com'è veloce il tempo, mi viene da pensare, come mi sento gratificato quando per telefono la moglie di Guido mi dice che in famiglia ha sentito parlare di me...
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