Franco Ballerini: "Meno corse, più selezione"

Rivista Tuttobici Numero: 9 Anno: 2007

Franco Ballerini: "Meno corse, più selezione"

di Gino Sala

Ogni qualvolta incontro Franco Ballerini mi trovo di fronte ad un personaggio sorridente e pienamente disponibile, simpatico e convincente.
Alle spalle di quest'uomo nato a Firenze l'undici dicembre del 1964, professionista dal 1986 al 2001, altezza 183 centimetri, peso 78 chili, c'è una carriera composta da sedici vittorie tra le quali spiccano le perle di due Parigi-Roubaix, un Gran Premio delle Americhe, una Parigi-Bruxelles, una Tre Valli Varesine, un Giro del Piemonte e un Giro della Romagna. Una bella sequela di piazzamenti composta da dodici secondi posti e da otto terzi completano una carriera più che onorevole.

Pedalatore capace di salire in cattedra su qualsiasi terreno nonostante la mole fisica, atleta esemplare per il suo impegno, per tanti motivi un esempio per i giovani di oggi. Sposato con Sabrina, padre di Gianmarco e Matteo, dal 2001 è al timone della nazionale azzurra con risultati squillanti che derivano dai mondiali vinti con Cipollini e Bettini e dal titolo olimpico conquistato dallo stesso Bettini.
Passato brillante quello di Ballerini e presente lusinghiero. Un passato agonistico da mettere in cornice e dal quale ha ricavato grandi soddisfazioni e buoni guadagni. «Non mi sono arricchito, ma considero soddisfacente anche il bilancio economico», confida. Un presente entusiasmante nel ruolo di commissario tecnico. «Mi sento impegnato come quando ero tra i concorrenti. È un lavoro che procura forti emozioni...».
E se poi gli chiedi come giudica il ciclismo di oggi così risponde: «Abbiamo un calendario bisognoso di tagli. Vedo la necessità di allungare le gare, di tornare alle competizioni più veritiere e nello stesso tempo di snellire l'attività agonistica. Basta con la quantità a scapito della qualità».
Qui giunto mi chiedo ancora una volta perché suggerimenti come quelli di Ballerini vengono ignorati in alto loco, da coloro che siedono nella stanza dei bottoni. Perché non si porta ordine nel disordine, perché non si lotta a sufficienza per cacciare i dirigenti incapaci e sordi ad ogni richiamo, perché i corridori non danno la sveglia ad un sindacato di categoria incapace di battersi per giusti tempi di lavoro? Inascoltate le ripetute richieste provenienti dalle persone con la testa sul collo, avanti con l'arroganza di una Uci tutta da rifare e tirando le somme il vecchio cronista deve accontentarsi di chiacchierare con Franco Ballerini. Non è poco e non è molto. È però l'immagine di un uomo pieno di entusiasmo per il suo ruolo. Già, com'è bello fare il commissario tecnico...
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